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VENEZIA - I prof lo avevano bocciato alla maturità. Ma per il Tar del Veneto senza motivare a dovere la decisione, in particolare il salto all’indietro dal miglioramento dell’ultimo quadrimestre a un orale bollato come disastroso. E ora, dopo più di un anno, ha imposto alla scuola di assegnargli il diploma con il voto di 60 su cento. Il protagonista della vicenda passata dalle classi alle aule del tribunale è un 19enne veneziano che nel luglio del 2022 era stato fermato a un passo dall’uscita dall’istituto tecnico industriale Levi-Ponti di Mirano, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica. Il voto non aveva lasciato speranze: 54 su cento. Sei punti in meno del minimo. Lo studente, però, non ha ripetuto l’anno e ha presentato ricorso con l’assistenza dell’avvocato Andrea Michielan dell’omonimo studio legale di Mogliano, specializzato in diritto amministrativo.
«Ero stato presentato alla maturità con 36 crediti su 50 – ha spiegato – e il divario tra i risultati positivi nel corso dell’anno e quello negativo della prova orale era stato incomprensibile». Alla fine i giudici sono arrivati alla stessa conclusione. La sentenza del Tar pubblicata mercoledì impone alla scuola di attribuirgli “il diploma con assegnazione del minimo punteggio utile a tale scopo”.
«Si tratta di un caso emblematico. Il ministro Giuseppe Valditara dice che i giudici non devono decidere nel merito. Ma questi rappresentano l’ultimo baluardo davanti a ingiustizie – sottolinea l’avvocato Michielan – a fronte di una ingiustizia del genere, che vede violato il rapporto di fiducia con gli insegnanti, si subisce anche un contraccolpo psicologico. E non escludiamo una richiesta di danni». La scuola di Mirano, dal canto proprio, preferisce non commentare.
I FATTI
Andiamo con ordine. Il giudizio di ammissione del 19enne alla maturità era relativamente buono: “Nel complesso lo studente è riuscito a raggiungere gli obiettivi didattici mostrando conoscenze articolate e abilità essenziali”.
Studentessa con 5 insufficienze ammessa alla maturità per volere del Tar e bocciata dai prof
LA MOTIVAZIONE
“La commissione non ha tenuto conto, come richiestole dal Consiglio di Stato, dell’oggettivo miglioramento che caratterizzando l’andamento scolastico avrebbe dovuto essere contrapposto agli esiti non sempre soddisfacenti della prova d’esame, peraltro inficiata dallo stato d’ansia che avrebbe pervaso il candidato compromettendone il rendimento – si legge nella sentenza del Tar – né ha fornito ragionevoli ragguagli in merito all’eccessivo divario che si pone tra le positive valutazioni conseguite nel corso di studi e il risultato negativo della prova orale”. “Senza considerare che avrebbe dovuto tenere conto anche dell’esiguità del punteggio ancora necessario per il superamento dell’esame”, si aggiunge. Insomma, mancava pure poco. Per il Tar proprio la mancanza di una motivazione adeguata indica che non ci sono motivi per non dare il diploma al 19enne. Così si è arrivati all’annullamento della bocciatura. “L’amministrazione scolastica dovrà limitarsi a una mera attività materiale – concludono i giudici – consistente nell’attribuzione al ricorrente del diploma di maturità corrispondente al corso di studi seguito, con assegnazione del minimo punteggio utile a tale scopo”. Cioè dandogli i 6 punti mancanti per portare il voto al minimo di 60 su 100. Che vuol dire diploma in tasca.
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Il Gazzettino