TRIESTE - Si concluderà domani, mercoledì 26 aprile, la visita ispettiva dell'Agenzia regionale per l'ambiente, promossa all'interno...
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Dopo l'episodio del fumo nero e dei boati, il sindaco Roberto Dipiazza si è immediatamente attivato invocando un confronto con la proprietà per decidere assieme la chiusura dell'area a caldo e lo sviluppo di una industria pulita. Il 21 aprile scorso, dunque, il primo cittadino ha emesso un’ordinanza sindacale «data l’impossibilità di utilizzare i normali mezzi dell’ordinamento giuridico», spiega una nota del Comune. «Entro quindici giorni vogliamo una relazione da parte del tecnico abilitato che attesti l’avvenuta esecuzione di quanto richiesto - aveva dichiarato il primo cittadino - il Comune sta portando avanti una intesa attività di controllo a tutela della salute pubblica e dell’ambiente e di verifica del rispetto dell’accordo di programma e dell’Aia. Gli importanti elementi nuovi prodotti sino ad oggi, in forza dei quali è stata già richiesta la revisione dell’Aia, ma che la Regione non ha concesso, li stiamo trasferendo anche alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti. Come più volte detto l’area a caldo della Ferriera non è compatibile con la salute della popolazione e non rappresenta il futuro industriale ed economico sia per la città che per la proprietà». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino