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BELLUNO - Se il 2021 per il mercato del lavoro in Veneto ha rappresentato l'anno della ripartenza, non va dimenticato il ruolo che in questa dinamica ha avuto il blocco dei licenziamenti sia nel 2020 sia durante l'anno appena trascorso. Lo certifica l'ultima elaborazione dell'agenzia regionale Veneto Lavoro. E si tratta di un elemento che ha rivestito un'importanza non secondaria anche per la provincia di Belluno. I dati elaborati dall'agenzia documentano che mentre nel 2018 i licenziamenti nella nostra provincia erano stati 859 e l'anno successivo (2019) si erano fermati a 753, nel primo anno del blocco (2020) sono diminuiti sino alla quota di 339; e nel 2021 con lo sblocco avvenuto a fine giugno - sono risaliti sino a 393; percentualmente un -47,8% rispetto al biennio 2021-19 e +15,9% se confrontati con il biennio 2020-21.
I TIMORI
Ma non mancano preoccupazioni specificatamente bellunesi: la flessione della domanda di lavoro è diffusa a tutti i settori con picchi del 30% di assunzioni in meno nell'occhialeria e del -22% nel turismo.
I NUMERI INPS
Riguardo alla valutazione dell'impatto della pandemia sul sistema occupazionale veneto è interessante ciò che raccontano i dati Inps. In base a questi ultimi, infatti, nel 2020 il numero complessivo degli occupati, dipendenti e indipendenti, è rimasto in linea con quello del 2019, grazie anche alle misure di sostegno messe in atto dal Governo. In particolare, i lavoratori dipendenti sono diminuiti del 3%, restando di poco sopra quota 1,5 milioni, così come segni negativi di lieve entità hanno interessato i lavoratori indipendenti, soprattutto artigiani e commercianti (rispettivamente -2,1% e -1,9%). Il quadro, si diceva, non è completamente positivo. Perché le molte incognite che hanno caratterizzato la chiusura dell'anno, permangono anche in questo inizio di 2022: l'evoluzione pandemica, le possibili conseguenti ricadute sul sistema economico e occupazionale, la crescita dell'inflazione, l'aumento dei costi dei prodotti energetici, delle materie prime e dei semilavorati, le difficoltà di reperimento della manodopera sul mercato del lavoro.
Il Gazzettino