Blitz nella casa del sesso di lusso: decine di squillo "pronte" on line

foto di repertorio
MESTRE - I carabinieri di Mestre hanno eseguito tre provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante cinesi, la 42enne Yang Chunhua (obbligo di dimora), la 52enne Wang Lizi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MESTRE - I carabinieri di Mestre hanno eseguito tre provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante cinesi, la 42enne Yang Chunhua (obbligo di dimora), la 52enne Wang Lizi (arresti domiciliari) e la 33enne Xiao Yuefeng (obbligo di dimora), per i gravi reati di sfruttamento della prostituzione commessi a partire dall’anno 2016 nei confronti di un gruppo di giovani donne, loro connazionali.


L’indagine, nata nel luglio 2016, è scaturita da alcuni accertamenti svolti dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Mestre unitamente ad altre attività tutte volte a ripristinare ordine in una zona cittadina particolarmente degradata, si sono incentrate anche su un sito internet sospetto, che pubblicizzava appuntamenti su Mestre, zona Piave – San Michele, offrendo rapporti sessuali a pagamento di qualsiasi tipo con giovani donne, rendendo particolarmente facile contattare un numero di cellulare palesemente indicato.

Proprio dall’utenza infatti, i Carabinieri hanno individuato un appartamento nel centro e altri nella provincia di Padova a Piove di Sacco e anche fuori regione (Jesi e Macerata). Quello che ne è emerso nel breve periodo è qualcosa di sconcertante. All’interno delle case di appuntamento decine di giovani ragazze cinesi venivano infatti costrette ad avere rapporti sessuali a pagamento con i clienti forniti dalle loro tre aguzzine.

Semplice il gioco. Il cliente, dopo aver annotato il numero di telefono indicato nell’annuncio del sito web, contattava l’utenza e dall’altra parte rispondeva a turno, una delle tre sfruttatrici, le quali tenevano i primi contatti per verificarne l’attendibilità, concordare le modalità della prestazione, il prezzo ed eventuali richieste particolari. Il secondo step era la telefonata diretta alla squillo che di lì a poco il cliente avrebbe incontrato con la conferma dell’appartamento e del prezzo concordato. Un tariffario variegato per “tutte le tasche” con prestazioni a partire da 50 euro che giungevano anche a 500 euro per richieste particolari e clienti più facoltosi, giunti anche in aereo, cui venivano assicurate prestazioni direttamente in albergo, con possibilità di intrattenersi per la nottata anche con prestazioni ulteriori. Il tutto organizzato nei minimi dettagli.


 Le case di appuntamento venivano scelte ad hoc: la principale e più frequentata è stata individuata dai carabinieri a Mestre, nel quartiere Piave, le altre a Piove di Sacco ma anche Jesi e Macerata. Tra le modalità di adescamento anche l’utilizzo di un’apposita app per messaggistica istantanea con invio del codice al cliente per accertarsi della nazionalità cinese dello stesso. 
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino