Blitz antidroga dei carabinieri, 21 perquisizioni tra Mestre, Riviera del Brenta e Miranese

I carabinieri di Mestre
MESTRE - Il blitz è scattato alle 5 di ieri mattina, 22 marzo. Ad eseguirlo i carabinieri di Venezia e Mestre che, assieme a nuclei cinofili giunti in supporto da altri...

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MESTRE - Il blitz è scattato alle 5 di ieri mattina, 22 marzo. Ad eseguirlo i carabinieri di Venezia e Mestre che, assieme a nuclei cinofili giunti in supporto da altri comandi d’Italia, hanno stretto il cerchio attorno ad un gruppo composto principalmente da persone provenienti da Campania e Albania che, secondo gli inquirenti, avrebbero gestito per lungo tempo una proficua attività di spaccio di marijuana e cocaina a Mestre, in Riviera del Brenta e nel Miranese. Gli episodi finiti sotto accusa vengono indicati fino al 2019.


NESSUN ARRESTO
Ventuno perquisizioni, disposte dal sostituto procuratore Andrea Petroni, sono proseguite dall’alba di ieri fino alle prime ore di pomeriggio, nelle abitazioni di altrettanti indagati tutti residenti nei comuni di Mestre (per la precisione nel quartiere della Gazzera), a Pianiga, Noale e Mira. Le imputazioni provvisorie elencate nel decreto di perquisizione riguardano principalmente i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e la violazione della normativa sulle armi.
I militari hanno bussato alla porta delle abitazioni dei presunti componenti del gruppo e hanno passato al setaccio le stanze: sono stati trovati - e messi sotto sequestro - soldi in contanti (nell’ipotesi accusatoria sarebbero la prova del fiorente giro di spaccio) ma anche diverse quantità di marijuana e cocaina, sia in dosi pronte a finire sul mercato, sia non ancora preparate per la vendita al dettaglio. Sotto sigilli anche i supporti informatici e i cellulari degli indagati per poter così ricostruire i traffici, dall’acquisto dello stupefacente fino alla rete di clienti che avevano permesso ai pusher di gestire le piazze della movida della terraferma veneziana.


LE PERQUISIZIONI
Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti di persone indagate a piede libero. Inizialmente gli indagati e i relativi difensori hanno temuto che l’operazione fosse relativa all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, come normalmente accade quando si verificano perquisizioni di questo tipo, ma nessun arresto è stato eseguito. Procura e carabinieri non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione: di conseguenza sarà necessario attendere i prossimi giorni per ottenere ulteriori dettagli in merito all’operazione.
L’indagine sicuramente prosegue da tempo, anche con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali: i militari dell’Arma hanno tenuto sotto osservazione il gruppo e la rete capillare di spacciatori, dopo che una soffiata ha oferto il primo spunto investigativo.


Tra le persone perquisite ieri figurano il napoletano Giuseppe Speranza, residente a Noale, già in carcere per droga e il mirese Diego Simion, ex dipendente Veritas, condannato in appello per un arsenale di armi rinvenuto qualche anno fa nella sua abitazione, difesi dagli avvocati Stefania Pattarello e Mauro Serpico. Contro i sequestri potrà essere presentato ricorso al Riesame. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino