Operato all’orecchio a 9 mesi: bimbo salvato dalla meningite

L'ospedale Ca' Foncello di Treviso dov'è stato operato il bimbo.
TREVISO - Un campo operatorio di meno di un centimetro su un bambino di nove mesi che non arriva nemmeno a 10 chili. Sono i minuscoli margini entro i quali hanno dovuto muoversi i...

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TREVISO - Un campo operatorio di meno di un centimetro su un bambino di nove mesi che non arriva nemmeno a 10 chili. Sono i minuscoli margini entro i quali hanno dovuto muoversi i medici del Ca’ Foncello per salvare la vita di Andrea, il nome è di fantasia, residente nella zona di Treviso, che aveva sviluppato una grave infezione all’orecchio arrivata a intaccare anche le piccole ossa del cranio.

«Siamo dovuti intervenire d’urgenza – conferma Daniele Frezza, direttore dell’unità di Chirurgia funzionale dell’orecchio – il bambino presentava una complicata infezione che avrebbe potuto espandersi creando gravi problemi». Il primo rischio era che sfociasse in una meningite, così come in una trombosi dei seni venosi o in un ascesso cerebrale. Tutte gravi patologie intracraniche che avrebbero messo in serio pericolo la vita di un bambino così piccolo. Per non parlare della possibilità che perdesse l’udito.
 

«La complicanza più frequente legata alle otiti è proprio la mastoidite – sottolinea il medico – si tratta, in buona sostanza, di un’infezione che si allarga anche all’osso posto dietro all’orecchio. Quando si arriva a questo punto è indispensabile intervenire chirurgicamente nel più breve tempo possibile per evitare che l’infezione evolva verso meningiti o altre situazioni pericolose. Non bisogna mai dimenticare che l’orecchio è un organo di senso importante collocato in una zona anatomicamente molto delicata». L’operazione è perfettamente riuscita. Il piccolo sta meglio. È in via di guarigione. «Generalmente le otiti vengono viste dai medici di famiglia e, soprattutto, dai pediatri, dato che rappresentano la prima causa di malattia nei bambini fino a 3 anni. A livello territoriale i medici sono ben allenati a riconoscerle e a trattarle nel migliore dei modi dal punto di vista clinico – fa il punto Frezza – nel nostro centro vediamo le otiti che si complicano, che non guariscono nei tempi dovuti, che devono essere trattate con un intervento chirurgico e, purtroppo, quelle che arrivano in condizioni già drammatiche, con delle complicanze in atto». Come capitato con Andrea. L’unità di Chirurgia dell’orecchio aveva portato a termine un intervento simile anche un anno e mezzo fa su un bambino di nemmeno 12 mesi. Interventi eccezionali. Come quello di tre mesi fa, quando i medici sono riusciti a ridonare l’udito a Emanuele, 13enne di Roma, diventato sordo a causa di alcune gravi malformazioni. Adesso si sta valutando se procedere con un impianto anche sull’altro orecchio, che presenta gli stessi problemi. L’intervento potrebbe essere effettuato tra un anno.
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Il Gazzettino