Bimbo morto all'asilo. Le maestre indagate: «Sconvolte, per noi era come un figlio. Era nel lettino da 15 minuti»

L'asilo nido "Raggio di Luna" di Paese
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PAESE (TREVISO) - «Siamo disperate, era come se fosse figlio nostro». Nella tragedia che ha travolto mamma Laura e papà Kevin, i genitori di Alessandro Izzi, il bambino di 11 mesi morto venerdì pomeriggio all’asilo nido “Raggio di Luna” di Porcellengo, c’è anche il dramma della direttrice della struttura (R.P., 36 anni) e delle due maestre che seguivano il piccolo (G.C., 27 anni, e S.G.F, 32 anni), tutte iscritte nel registro degli indagati a titolo di garanzia per loro stessa tutela. 


LA VERSIONE
I genitori del piccolo Alessandro, giustamente, vogliono sapere cosa sia successo. «Era sano, non aveva problemi di salute - continuano a ripetere, affidandosi all’avvocato Roberta Canal - La sua morte è stata un fulmine a ciel sereno, siamo distrutti e vogliamo sapere come è andata». I vertici del nido, educatrici comprese, che hanno nominato gli avvocati Fabio Busnardo e Alessio Morosin per essere seguite nel corso delle indagini, sono anche loro sotto choc: «Alessandro non è caduto, non è stato abbandonato, non è stato lasciato solo - ripetono - Era in una stanza con altri tre bimbi. Quando siamo andate a svegliarlo abbiamo visto che era immobile e non rispondeva. Non c’erano segni di rigurgito. Era nel lettino da 15 minuti, non di più». Nella ricostruzione, fatta anche davanti ai carabinieri, le maestre non smettevano di piangere. I legali sottolineano che non riescono a darsi pace, e che non si piegano come possa essere accaduta una tragedia del genere. 


LE INDAGINI
A cercare di dare una spiegazione a quanto successo sarà la Procura, che domani farà effettuare l’autopsia sul corpo del piccolo all’anatomopatologo Alberto Furlanetto, che si avvarrà dell’aiuto di uno specialista in patologia neonatale. Direttrice e maestre affiancheranno un loro consulente di parte, il medico legale Michele Cottin, così come i genitori del piccolo Alessandro ne nomineranno uno di fiducia. Si cercherà di capire se alla base del decesso ci sia stato un fenomeno elettrico non prevedibile, e non diagnosticabile, o se ci siano state negligenze da parte delle educatrici dell’asilo nido, che raccontano: «Fino a qualche decina di minuti prima della tragedia stava giocando tranquillamente sul tappetone, non sappiamo spiegarci perché sia morto».

Nel dramma, gli inquirenti sono chiamati a far luce sull’evento. Oltre ad aver sequestrato il lettino (cuscino, lenzuola e materasso, ndr) e messo i sigilli alla stanza in cui era stato messo a riposare Alessandro, la Procura ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari delle operatrici. Verrà fatta un’analisi per capire se ci siano stati scambi di messaggi o telefonate e per stabilire anche i tempi di intervento, oltre al fatto (remoto) che qualcuno possa essersi allontanato dalla struttura lasciando i bambini, vittima compresa, senza sorveglianza. 


I GENITORI


«I genitori sono molto provati - riferisce l’avvocata Roberta Canal - Attendiamo l’esito dell’autopsia per capire le cause della morte del piccolo». La coppia, infatti, pur nel dolore di aver perso un figlio, non punta il dito contro nessuno. Del resto l’ipotesi più accreditata è che si tratti di una tragica fatalità, di una morte in culla impossibile da prevedere. Ma il dubbio resta: poteva essere salvato? È la domanda che affligge Kevin e Laura, e che merita una risposta. La Procura intende fugare ogni dubbio, proprio per non lasciare nulla al caso e cercare di dare una spiegazione alla morte di un bimbo di 11 mesi che la famiglia aveva affidato a una struttura di prim’ordine. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino