MESTRE - È ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione pediatrica di Padova. Un bambino di appena due anni ha ingerito una vite metallica che si...
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MINUTI TERRIBILI
Non la conosce, e non sa a che serve: dopo averla osservata pensa che sia qualcosa da mangiare. La mette in bocca, e in pochi secondi, cerca di deglutirla. Non ci riesce. Tantomeno ad espellerla. Non è in grado di chiedere aiuto. L’oggetto si incastra nella trachea. È l’inizio di un incubo: il piccolo non riesce a respirare e crolla a terra. Nessuno se ne accorge fino a quando uno dei familiari lo vede steso e inizia a chiamarlo. Non risponde. Non è uno scherzo.
Non si è addormentato. I familiari iniziano ad urlare il nome del bambino. Nessuna reazione. Bisogna chiamare il 118. Dalla telefonata L’operatore capisce che la situazione è molto grave: parte l’automedica seguita a ruota dall’ambulanza. In un attimo arrivano a destinazione. Nessuno dei presenti sa cosa sia successo al bambino. Stava bene, correva con gli altri. Ma il suo arresto cardiaco è anomalo. Ai sanitari riferiscono che il bambino è sano e non soffre di alcuna patologia. Tra le ipotesi, che non sono state escluse dai genitori, è che abbia ingerito qualcosa. Vengono attivate tutte le manovre rianimatorie, dal massaggio alla somministrazione di farmaci per ripristinare il battito cardiaco. A far capire che il piccolo aveva qualcosa che gli stava ostruendo le vie respiratorie è stata la difficoltà nell’intubarlo.
Attraverso un laringoscopio è stato individuata la vite di metallo in mezzo alla trachea che gli impediva qualsiasi forma di ossigenazione. La tenacia e professionalità degli operatori sanitari hanno permesso che il bambino fosse portato al Pronto soccorso dell’Ospedale dell’Angelo. L’ambulatorio dell’area rossa era già pronto per accogliere il bambino. Bisognava assolutamente togliere quella vite, e non era facile. I numerosi massaggi cardiaci praticati hanno fatto risalire la vite e i medici alla fine sono riusciti a estrarla. Nel frattempo La rianimazione pediatrica di Padova era già stata attivata, ed appena il bambino stabilizzato è stato trasferito.
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Il Gazzettino