ESTE - "Amico dei negri": tre parole scritte a penna su un foglio bianco infilato sotto i tergicristalli dell'auto. Nessuna firma sul biglietto, soltanto due croci...
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Qualche mese fa, quattro di loro hanno ottenuto un contratto da dipendenti: Kuddus, originario del Bangladesh, è aiuto cuoco; l'afghano Alim Gul, lavora come lavapiatti, Awa, proveniente dalla Costa d'Avorio, si occupa delle pulizie, mentre Sekou, senegalese, fa il giardiniere. Un tentativo di integrazione che evidentemente qualcuno non ha gradito.
«Credo che il biglietto fosse indirizzato a me non tanto come persona ma per il mio ruolo - afferma Tognato - Qualcuno deve averlo messo sulla mia macchina martedì sera, ma io l'ho visto solo la mattina dopo. Il fatto non mi ha allarmato più di tanto perché mi sembra più un tentativo di ricevere attenzioni che un'intimidazione».
Di tutt'altro parere Alberto Ruggin, educatore dell'associazione Tangram che si è occupata dei quattro stranieri ora assunti dal ristorante di via Atheste.
«L'episodio è allarmante - commenta Ruggin, che è anche esponente del partito +Europa - perché è sintomo di un clima di odio, intolleranza e paura dello straniero che si sta diffondendo in tutta Italia e di cui abbiamo esempi quotidiani anche nel nostro territorio». Nei mesi scorsi, infatti, l'auto di un educatore in servizio nella comunità di Villa Estense era stata presa a sassate da un residente. «Quasi ogni giorno qualcuno dei ragazzi che seguiamo - prosegue Ruggin - è vittima di episodi di razzismo da parte di cittadini qualunque che si sentono in diritto di pronunciare frasi come negro, togliti dalla strada oppure torna nel tuo paese. La colpa è della politica che, anziché gestire i malumori e fornire una risposta razionale, non fa altro che alimentare la retorica dell'odio e della paura nei confronti dello straniero». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino