La Biennale di Venezia tuona: «Liberate l'attrice ​Taraneh Alidoosti e tutti i dissidenti iraniani»

Taraneh Alidoosti (foto Ansa)
VENEZIA - La Biennale di Venezia chiede la liberazione dell'attrice Taraneh Alidoosti e dei numerosi dissidenti imprigionati dall'oppressivo regime iraniano....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - La Biennale di Venezia chiede la liberazione dell'attrice Taraneh Alidoosti e dei numerosi dissidenti imprigionati dall'oppressivo regime iraniano. «Il recente, immotivato arresto dell'attrice Taraneh Alidoosti, l'amata interprete del film Oscar 'Il cliente' di Asghar Farahdì - scrive la Biennale in una nota -, si aggiunge ora alle note repressioni violente e alle condanne a morte perpetrate in questi giorni dalle autorità in Iran per soffocare le pacifiche proteste pubbliche di tante giovani donne e uomini».

«La Biennale di Venezia, unendosi a un coro globale di istituzioni e personalità che chiedono lo stop immediato di ogni forma di repressione, la liberazione di Taraneh e quella di tutti i dissidenti immotivatamente arrestati - prosegue -, rinnova la sua ferma protesta contro un regime feroce e oppressivo, che soffoca nella violenza e nel sangue, e con mezzi sproporzionati rispetto a chi manifesta, le legittime richieste di libertà e diritti civili espresse da un popolo allo stremo, che combatte la propria simbolica battaglia a mani nude, semplicemente esprimendo il proprio dolore e la propria rabbia con pacifiche manifestazioni di piazza»

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino