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PADOVA - Una singolare caccia alle biciclette rubate ha tenuto impegnati nei giorni scorsi i carabinieri della Stazione di Padova Prato della Valle che hanno dato vita a un’indagine-lampo che ha coinvolto attivamente le vittime stesse. Il colpo di scena, infatti, è iniziato quando tre derubati hanno individuato le proprie biciclette rubate nella sezione marketplace di Facebook. Da lì è partita la denuncia ai carabinieri guidati dal luogotenente Giancarlo Merli che ha portato alla scoperta di un intricato intreccio tra furti e vendite online.
LA DENUNCIA
In un’epoca in cui la tecnologia ha un ruolo fondamentale nella vita quotidiana, i derubati hanno svolto un ruolo da veri investigatori, portando ai carabinieri su una pista ben precisa.
Segnalando gli annunci sospetti online e mettendo in luce la rete di vendita illegale, hanno fornito un contributo fondamentale ai militari, sottolineando il potere della partecipazione civica.
L’operazione ha raggiunto l’apice con la perquisizione presso l’abitazione del presunto ricettatore, un 20enne già noto alle forze dell’ordine.
L’ITER
Le vittime di furto hanno sporto dettagliate denunce, evidenziando la sottrazione delle loro biciclette in varie zone della città.
L’incredibile intuizione che il ricettatore fosse proprio il 20enne, è scaturita quando alcune biciclette sono state individuate dagli stessi proprietari online che hanno passato tutte le informazioni all’Arma.
La perquisizione ha rivelato un contesto intricato: inizialmente, nella casa del sospettato sono stati trovati solo caschi da bicicletta da donna e un mazzo di chiavi. Il giovane ha tentato di ostacolare l’accesso alla cantina, dove i carabinieri hanno successivamente scoperto ben 7 biciclette.
Tre di esse, corrispondenti a quelle denunciate, sono state restituite ai legittimi proprietari. In particolare una donna ha ringraziato caldamente i militari per aver ritrovato la sua bicicletta, fondamentale per lei per spostarsi in città.
LE CONSEGUENZE
Il 20enne è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria con l’accusa di ricettazione e resistenza a Pubblico Ufficiale.
L’episodio rimane un esempio tangibile di come la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine possa portare a risultati concreti nella lotta contro il crimine.
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Il Gazzettino