La biciclettata alcolica finisce in tribunale: «Pubblicizzata sui social, è istigazione a disubbidire alle leggi»

Un'immagine d'archivio di un ragazzo ubriaco in bicicletta
CROCETTA (TREVISO) - Organizza una “biciclettata alcolica” e pubblica l’evento su Facebook. Non aveva idea, però, che quell’appuntamento tra giovani...

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CROCETTA (TREVISO) - Organizza una “biciclettata alcolica” e pubblica l’evento su Facebook. Non aveva idea, però, che quell’appuntamento tra giovani si tramutasse in un processo per istigazione a disobbedire alle leggi. Non proprio un reato minore, visto che la pena base è di sei mesi di reclusione ma rischia un massimo di cinque anni di galera. A finire davanti al giudice due giovani, entrambi 25enni residenti a Crocetta del Montello. Le loro strade, per questioni procedurali, si sono divise. Per uno, difeso dall’avvocato Luisa Osellame, è arrivata ieri la sentenza: assolto perché il fatto non sussiste. Per l’altro, invece, si dovrà ancora attendere. Visto l’esito del primo procedimento penale, però, è presumibile che essendo accusato della stessa tipologia di reato sia uguale anche la sentenza.

 
LA VICENDA

I fatti contestati risalgono a quasi sei anni fa. Era l’agosto del 2018 quando su due pagine Facebook, nello specifico “Covolo Events” e “Grigliate alcoliche”, era comparsa una locandina che invitata le persone a partecipare alla “biciclettata alcolica” in programma la sera (e notte) tra il 18 e il 19 agosto. Una festa di compleanno allargata organizzata per una ragazza del paese. L’obiettivo, in parole povere, era quello di spostarsi in bicicletta per Crocetta e Cornuda facendo diverse tappe nei bar della zona. Oltre alla locandina, però, erano riportate anche diverse frasi di, si fa per dire, “incoraggiamento”: si andava da «vi voglio incazzati» a «non rispondiamo di quello che può succedere», passando per «qui entriamo in un nuovo concetto di divertimento, ignoranza, ripudio e malavita». Frasi che, in effetti, hanno suscitato non solo un passaparola veloce, ma anche una montagna di like. Ed è altrettanto vero che alla fine, a quella biciclettata, hanno partecipato decine di persone. 


L’INCHIESTA

A far scattare l’inchiesta non sono però stati i comportamenti molesti di qualcuno dei partecipanti. Ma un episodio con protagonista una persona che il gruppo di “ciclisti” ha incontrato a fine serata in uno dei locali, il Sintra bar di Cornuda. Si tratta di un 25enne magrebino che, dopo aver iniziato a discutere con uno dei partecipanti alla “biciclettata alcolica”, gli ha tirato uno schiaffo rimpendogli il naso. Non solo, con una spallata ha anche piegato e fatto uscire dalla sede la saracinesca del bar. Un residente, un ex politico, a causa del trambusto aveva fatto intervenire i carabinieri, che avevano finito per denunciare il magrebino per lesioni e danneggiamento (è sotto processo per quei fatti, ndr). E nel ricostruire cos’era accaduto, è venuto a galla l’evento organizzato via Facebook. Da lì è partita l’indagine parallela che ha portato, appunto, a contestare l’ipotesi di reato di istigazione a disubbidire alle leggi, ovvero la violazione dell’articolo 415 del codice penale. Risalire agli autori dei due post su Facebook è stato facile, e i due 25enni sono così finiti a processo. In aula è sfilata una decina di testimoni, e tutti hanno parlato di una semplice goliardata senza alcuna intenzione di infrangere la legge. Stessa interpretazione che ha avuto il giudice, che ha pronunciato una sentenza di assolzuione.

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Il Gazzettino