«Artur ha sparato in faccia ai tre colleghi per uccidere», l'accusa della Procura contro il giardiniere 55enne

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BIBIONE - Per chiudere l'inchiesta su Artur Haxhiu - albanese di 55 anni, arrestato a chiusura di tre giorni di fuga tra la boscaglia del Veneto orientale dopo aver sparato a tre colleghi di lavoro, la mattina del 27 giugno - la procura di Pordenone attende solo il deposito della perizia medico legale sulla più grave delle vittime degli spari di Haxhiu, un trentacinquenne albanese colpito al volto dai proiettili del revolver calibro 22 usata dal giardiniere per compiere la sua vendetta.

LE INDAGINI

Dall'esito della perizia dipenderà quindi anche l'accusa da contestare a Haxhiu: secondo un primo esame il suo collega non è in pericolo di vita ma i danni riportati dallo sparo sarebbero molto gravi, tanto da compromettere alcune funzioni fondamentali. Questo mentre sempre sul tavolo del sostituto procuratore Maria Grazia Zaina sono stati depositati gli accertamenti informatici sul cellulare e sui tabulati telefonici di Artur, per provare a ricostruire i giorni della fuga ed eventuali complici nella latitanza del cinquantacinquenne. Nulla però sarebbe emerso di così particolare da coinvolgere altre persone che avrebbero aiutato il giardiniere a sparire da Bibione dopo i fatti.
Intanto il giudice dell'udienza preliminare di Pordenone ha respinto la richiesta della procura di un perizia psichiatrica sullo sparatore. Possibile che comunque l'argomento torni d'attualità quando ci sarà la chiusura delle indagini preliminari e la richiesta di rinvio a giudizio.

LA STORIA

Secondo l'architettura disegnata dalla procura di Pordenone, Haxhiu è responsabile di tentato omicidio plurimo, cioè i colpi sparati in volto al collega albanese trentacinquenne, a un collega italiano di 60 anni e a un cinquantenne albanese con cui aveva avuto uno screzio diventato processo e finito in una condanna a 2 mesi per Haxhiu. L'accusa di triplice tentato omicidio è aggravata dal porto abusivo di armi (il revolver era stato rubato anni fa), dai futili motivi e dalla premeditazione: più volte, dopo la condanna, Haxhiu era stato sentito dire che avrebbe ucciso il collega che lo aveva minacciato. Resta da capire se fosse solo lui l'obiettivo.


La procura sostiene che il cinquantacinquenne albanese - in carcere a Gorizia - avrebbe comunque sparato per uccidere in una spedizione punitiva pensata e organizzata, almeno nei confronti di una delle sue vittime. Una tesi sposata anche dal gip che aveva convalidato il fermo dei carabinieri di Portogruaro e disposto il carcere. Haxhiu era stato arrestato appena sceso da un autobus. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino