Salumiere a 90 anni: Paolo resta ancora dietro al bancone, «E' la mia vita»

Salumiere a 90 anni: Paolo resta ancora dietro al bancone, «E' la mia vita»
MONTEBELLUNA (TREVISO) - Ieri ha compiuto novant'anni. E non li ha vissuti in casa, seduto in poltrona davanti alla Tv, con la torta per le candeline da spegnere con i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MONTEBELLUNA (TREVISO) - Ieri ha compiuto novant'anni. E non li ha vissuti in casa, seduto in poltrona davanti alla Tv, con la torta per le candeline da spegnere con i familiari. Li ha trascorsi, invece, dietro al bancone di salumi e formaggi del negozio di alimentari di Biadene: quello del Mancappello, in via Feltrina centro, che vende anche tabacchi. Invece della torta, le frittelle poste sul bancone, da condividere con i clienti. Perché per lui, Paolo Carinato, la vita è quel lavoro che svolge da 76 anni e il lavoro è vita. Da quando aveva 14 anni, infatti, ha sempre lavorato nel suo negozio. Prima col padre, poi col fratello e ora col figlio Luca. Lui è sempre lì, dietro il banco, a servire affettati, formaggi, frutta e verdura. E, se capita, cerca di strappare una risata ai clienti raccontando l'ultima barzelletta del giorno. Perché, nonostante l'età e le vicissitudini della vita, lui ha ancora voglia di lasciarsi andare a una battuta. E forse è proprio per questo che non ha ancora mollato.


Anna chiude il casoin, l'addio del Canal: «Era il mio riferimento»

QUASI UN RECORD
Chissà poi se il suo è un numero da record, ma arrivare a novant'anni lavorando, di sicuro è una rarità. E lo è ancor più farlo, da sempre, nello stesso quartiere, nello stesso negozio, che negli anni è semplicemente passato da una parte all'altra della strada. Anche perché Paolo non è certo uno che si risparmia. Tre volte alla settimana, quando arrivano i freschi, è il primo a scendere dall'abitazione sopra il negozio, nella quale vive con il figlio. «Alle 6.30 del mattino -spiega il figlio Luca- è puntuale in negozio». Recupera e controlla il prodotto, verifica che tutto sia perfetto, predispone ogni ben di dio per i clienti che arriveranno poco dopo. Soprattutto, sfodera quel sorriso che lo rende insostituibile. Anche ieri, nel giorno del suo compleanno. Anzi, ieri ancor più degli altri giorni. «Rimanere a casa per festeggiare il compleanno? -dice Paolo- assolutamente no. Fra l'altro, mi fa piacere aver da lavorare piuttosto che star seduto. Per me oggi è un giorno come un altro». E le frittelle? «Ha voluto mio figlio» sussurra.

Castion. Il paese perde la storica bottega di Ervinio, «drio al banco» da quando aveva 10 anni

In sei anni chiuse 500 botteghe, i sindaci: «Così muoiono i paesi»

GLI AUGURI DEI CLIENTI

Perché, in fondo in fondo, lui avrebbe pure sorvolato sulla scadenza. Un giorno come un altro, per lui. Un giorno di lavoro. Un atteggiamento, il suo, tipico di molti veneti, per i quali il lavoro è identità, segno distintivo e, fondamentalmente, qualcosa che piace. E agli auguri dei clienti ha risposto con simpatia, ma senza farne un affare di stato. Perché lui, anche ieri, era lì per lavorare. E loro, i clienti, lo capiscono e apprezzano. Passando sopra, con affetto, a qualche piccola pecca legata all'età. «Ad esempio -dice il figlio Luca- l'udito non è proprio dei migliori. Ma si fa ripetere la richiesta e il problema è risolto. É fin troppo bravo». Anche quando dimentica qualche codice nessuno si scompone: del resto, 75 anni fa certo i codici dei prodotti non erano la priorità. «Credo che il lavoro sia la sua salvezza -prosegue il figlio- non ha molte passioni, tranne l'orto, e lavorare è davvero un modo per rimanere attivo». E anche in buona salute, tutto sommato. Fatta eccezione per una sincope che lo ha costretto all'impianto del peace maker, di salute Paolo sta piuttosto bene. Qualche anno fa si è fermato per l'influenza, altri ha passato l'inverno completamente indenne. E ora non ha nessuna voglia di appendere il grembiule al chiodo. Anche perché, nel suo negozio di alimentari, è rimasto quel qualcosa che forse fa la differenza. Con qualche cliente che continua a farsi annotare i soldi da pagare se non li ha con sé e quel rapporto umano che resta un tratto distintivo del Mancappello. Nonostante il tempo che passa, nonostante i centri commerciali, nonostante una clientela che cambia. Ma che, nel profondo, resta sempre la stessa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino