Azienda riacquistata dai dipendenti la Coop Berti riapre i battenti

Da sin.: il presidente della coop Attilio Pasqualetto, il governatore Luca Zaia col piccolo Mattia (figlio di un dipendente) che tagliano il nastro, poi Simone Venturini assessore del Comune di Venezia, Elena Donazzan
VENEZIA - Ventidue lavoratori su 46 di una storica azienda, fallita nel 2015, hanno deciso di versare la loro indennità di mobilità in una nuova società...

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VENEZIA - Ventidue lavoratori su 46 di una storica azienda, fallita nel 2015, hanno deciso di versare la loro indennità di mobilità in una nuova società facendo ripartire la produzione. È la storia della Berti di Tessera, attiva dal 1962 nel settore del vetrocamera e dei serramenti e dichiarata fallita, i cui lavoratori hanno chiesto l'anticipo della loro indennità di mobilità con la quale capitalizzeranno la società con circa 338 mila euro. Altro denaro è arrivato, tra gli altri, dalla Lega Coop con 200 mila di capitale sociale, per una cifra totale di 808 mila euro.


È in corso anche un'istruttoria con Veneto Sviluppo per ulteriori 200 mila euro. «Veneto Sviluppo - ha ricordato il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha inaugurato oggi la 'nuova' Berti - è una vigilata della Banca d'Italia e deve comportarsi come una banca. Seguiremo questa pratica - ha promesso - e spero che si possa arrivare alla parola fine velocemente e in positivo. Il massimo sarebbe pensare che Veneto Sviluppo ci entri e a pieno titolo; faccia addirittura il socio accompagnatore e poi quando l'azienda sarà solida e raggiungerà la velocità di crociera, come accade sempre, ne esca».


Quello della Berti è la quinta operazione di 'worker buyout' (Wbo) industriale nel Veneto. «Ci sono molte realtà e molti esempi di lavoratori che chiedono di fare gli imprenditori nelle aziende per le quali hanno operato per farle crescere. Imprenditori in difficoltà e lavoratori che chiedono la sfida imprenditoriale. Un modello unico - ha aggiunto Zaia - e non poteva che nascere in Veneto. Lavoratori che investono del proprio, rischiano del proprio per mantenere non solo il posto di lavoro, ma anche anche perché credono nell'azienda in cui hanno lavorato e hanno dedicato molti anni della loro vita». In quella della Berti, ha confidato il suo presidente Attilio Pasqualetto, «c'è stata una sinergia esemplare, senza alcun compromesso, tra lavoratori, Lega Coop, sindacato e alcune istituzioni per arrivare ad un obiettivo comune e marciato per un posto di lavoro». Ora sono impiegati in 13, ma viste gli ordini i restanti 8 entreranno a regime nell'azienda già a giugno. «Ci hanno messo delle risorse proprie, il rischio personale per continuare a lavorare ed è stata una delle esperienze più belle che ho seguito» ha rimarcato l'assessore regionale Elena Donazzan che ha fatto perno per questa vicenda sulla della legge regionale veneta per far ripartire le aziende in crisi.
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Il Gazzettino