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ROVIGO - Berlusconi non avrà, almeno per il momento, una via, una piazza, comunque un luogo o una struttura a suo nome. La mozione che ha presentato con questo obiettivo il consigliere di opposizione Antonio Rossini, della Lista Gambardella, è stata bocciata in aula, ottenendo a favore soltanto i voti di parte dell'opposizione stessa, ampiamente superati da quelli della maggioranza e qualche esponente della minoranza che non si identifica con il centrodestra. Il documento chiedeva che il consiglio impegnasse il sindaco a promuovere una intitolazione all'ex premier forzista. Se l'esito poteva apparire scontato, quel che ha animato il consesso è stato il confronto, perché ci sono stati vari battibecchi politici e anche qualche frase che ha fatto alzare ancor più i toni. Rossini ha elencato i meriti politici dell'ex leader di Forza Italia, come figura che ha innovato e portato grandi risultati per il Paese, ma come era prevedibile, dal centrosinistra sono venute tesi contrarie da vari consiglieri, come da Graziano Azzalin a Vanni Borsetto e Giovanni Salvaggio del Pd, Elena Biasin della Civica Gaffeo, Matteo Masin del Forum dei cittadini e Marco Bonvento della Lista Menon. A loro avviso Berlusconi è stato una figura divisiva del Paese, cui non ha portato lustro all'estero e che non ha colto importanti risultati, se non fare leggi ad personam, fino a non essere stato un alfiere della parità tra uomo e donna.
Polemiche
Affermazioni che Rossini, lasciato abbastanza solo dal centrodestra nel ribattere, ha contrastato, con anche un paio di frasi che hanno scatenato scontri quando ha detto che ha fatto finire il comunismo e in merito al mondo femminile che lo circondava, anche con le vicende che lo hanno coinvolto in materia di frequentazioni sessuali, che nessuna «è stata obbligata». E qui è scattata la presidente del consiglio comunale, Nadia Romeo, a stigmatizzare tale asserzione. Su questi aspetti e altri ci sono stati anche momenti di tensioni con scambi di parole extra interventi dai banchi, ma c'è stata pure la stessa Romeo a riprendere esponenti di maggioranza perché andava in ogni caso portato rispetto a una figura istituzionale, essendo stato Berlusconi quattro volte presidente del Consiglio dei ministri. Un punto cardine che è stato posto, primo di tutti, ma Masin, è che l'iter per una intitolazione era irrituale.
Il Gazzettino