Michaela Biancofiore: «Berlusconi e Brugnaro, vi svelo com'è andata»

Michaela Biancofiore
Esattamente un mese fa Michaela Biancofiore lasciava Forza Italia e sposava Coraggio Italia. «Fedifraga io? Non mi può essere rimproverato nulla: dopo 27 anni di...

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Esattamente un mese fa Michaela Biancofiore lasciava Forza Italia e sposava Coraggio Italia. «Fedifraga io? Non mi può essere rimproverato nulla: dopo 27 anni di matrimonio, con in tasca la tessera azzurra numero 789, me ne sono andata via solo quando ha mollato anche Silvio Berlusconi, consegnando il partito a Matteo Salvini. Gli infedeli casomai sono quelli che hanno ridotto in miseria un gigante che viaggiava a doppia cifra». Ma questo ormai è il passato per la deputata di Bolzano: il suo presente, e anche il futuro assicura lei, è la creatura fondata da Luigi Brugnaro insieme a Giovanni Toti, il cui statuto dovrebbe essere formalizzato la prossima settimana dalla commissione di cui fa parte la stessa 50enne fucsia.


Da quanto ci pensavate?
«L'operazione è nata all'indomani dell'avvio del governo Draghi, ad opera di Brugnaro e Toti, ma anche di Marco Marin e Gaetano Quagliariello. Tutti consapevoli che purtroppo il sogno liberale e inclusivo di una Forza Italia liberista stava tramontando. Ho sempre pensato che Fi dovesse avere il ruolo di capitano e non di gregario. Cioè quello che vuole fare Coraggio Italia: di fronte a un partito conservatore di destra come Fratelli d'Italia e a una Lega comunque schierata a destra, serve quello spazio di centro intuìto da Brugnaro. Non lo chiamerei moderato perché la nostra è una forza appassionata dell'Italia, così come delle regioni quali il Veneto e il mio Trentino Alto Adige, territori ignorati dai traditori di Fi».


Qualche nome: chi sono?
«La lista sarebbe troppo lunga. Basta guardare i vertici: Antonio Tajani dovrebbe essere il coordinatore, invece indossa la maglietta di una delle fazioni in campo; Maurizio Gasparri è arrivato da Alleanza Nazionale, partito morto per le fazioni. Non era questa la Fi del 1994».


C'è chi pensa che sarebbe cambiato tutto con l'Altra Italia. Perché fallì il patto tra Berlusconi e Brugnaro, stretto il 14 novembre 2019 nella Venezia travolta dall'Aqua Granda?
«Ricordo quel giorno, la famosa alluvione, la tavola con i famigli del presidente. Berlusconi guardò Brugnaro: Sai Luigi, vedo come ti comporti bene e penso che dovresti gestire Forza Italia. Il sindaco percepì perfettamente il gelo dei commensali. Purtroppo in quel momento è cominciata la denegazione ad personam. Ecco, quell'accordo è saltato per l'invidia, perché chi ha i meriti e i voti in Fi viene ucciso politicamente, come succede nelle corti di tutti i regni. Dopo aver perso mesi e mesi a parlare del progetto senza concludere nulla, giustamente Brugnaro ha ben pensato di portare avanti quell'idea con Toti».


Non c'entrano anche i 200 milioni stimati per l'acquisto di un partito pesantemente in rosso?
«Non lo so e non mi riguarda. Ma non credo che Berlusconi volesse cedere Fi con i debiti. Ed escludo che ora la Lega possa spendere 200 milioni per assorbirla, dato che ne ha già 49 di esposizione verso lo Stato...».


Brugnaro è davvero l'erede di Berlusconi?
«Luigi mi ha colpito subito: è una questione epidermica, come in tutte le empatie. In lui ho ritrovato molto di Berlusconi, non solo perché è un uomo di impresa e di sport, ma anche perché parla alla gente con quel suo stesso modo di essere popolano e popolare. E poi ha sempre il sorriso sulle labbra. In Coraggio Italia ho risentito l'entusiasmo che in Forza Italia non c'è più, persa com'è in una guerra tra bande formata da gente triste, incupita, corrucciata».


Ci svela il mistero del simbolo: dopo il tondo, lo scudo?
«Era una mia idea, che a Berlusconi era anche piaciuta, prima che venisse bocciata dai soliti detrattori. Avevo immaginato Squadra Italia, una sorta di Casa delle libertà per il 2023, scioccamente tacciata di squadrismo. Lo scudo era il logo della Dc, qualcosa che sta nel mezzo e che protegge gli italiani. Ma lo scudetto ha anche un legame con le vittorie nello sport e con le forze dell'ordine. Mi sono permessa di suggerirlo a Luigi, che carinamente lo ha registrato. Sarà il popolo, attraverso un sondaggio online aperto a tutti, a dire se preferisca il tondo o lo scudo».


A proposito di squadra, prevedete nuovi acquisti?


«Almeno altri 4 o 5 parlamentari alla Camera e altrettanti al Senato, prevalentemente in arrivo dal gruppo Misto e dal Movimento 5 Stelle. Ragazzi in gamba che non si riconoscono nella linea personalistica e garibaldina di Beppe Grillo e che credono
nel progetto serio di Coraggio Italia».
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Il Gazzettino