ODERZO (TREVISO) - Si è spento Giuseppe Covre, per tutti “Bepi”, 69 anni, a lungo icona della Lega. Primo sindaco del Carroccio in Veneto, eletto a Oderzo nel...
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DOLORE
La notizia della sua morte si è diffusa in un lampo, ieri sera, poco dopo le 20. «Se ne va un amico - ricorda il governatore - un pezzo di storia fondamentale della Lega che ha scritto pagine importanti nelle vicende della nostra comunità. Per trent’anni è stato un punto di riferimento: per noi che, ragazzini, cominciavano ad assaporare il gusto della politica; per una generazione di amministratori che hanno avuto in lui l’esempio di un grande sindaco, il primo a sdoganare la Lega». Zaia ricorda la sua figura politica. Covre, la gavetta l’ha fatta tutta: consigliere comunale a Motta di Livenza, sindaco a Oderzo, poi deputato e ancora consigliere provinciale durante il primo mandato da presidente proprio di Zaia. E il legame tra i due è sempre stato forte: «Incallito autonomista, lo chiamavamo l’eretico, e a lui piaceva farsi definire così, per la capacità di esprimere le sue idee sempre con grande franchezza e lucidità di visione futura. Le chiacchierate con Bepi, l’ho sentito l’ultima volta la settimana scorsa, erano un momento di importante confronto, con lui sempre attento e curioso nel cogliere i segni del mondo che cambia, delle trasformazioni del popolo veneto, sempre capace di cogliere quelle sfumature che anticipano le trasformazioni della società. Mi mancherà molto Bepi, il suo pensiero ma anche il suo modo di intendere l’amministrazione e quella capacità di visione strategica che sono davvero di pochi. Portò i temi dell’autonomia dal Veneto a livello nazionale. Tutti gli dobbiamo qualcosa ed essere grati. Purtroppo questo maledetto coronavirus non ci consente di salutarlo con un funerale come si deve. Ma lo ricorderemo bene appena possibile. Condoglianze alla sua famiglia e a tutti i suoi cari».
NELLA MARCA
Nella Lega lascia un vuoto, anche se i rapporti non sono stati sempre idilliaci. Anzi. Nel 2017, anno del referendum per la riforma costituzionale poi bocciata, lui aveva idee opposte a quelle del Carroccio. E non le nascondeva. E questo l’ha pagato con l’allontanamento da quel partito che aveva contribuito a fare grande. «Ma questo non ha cambiato i nostri rapporti - ricorda Gian Paolo Gobbo, ex sindaco di Treviso e segretario veneto della Lega - siamo sempre rimasti amici. La sue doti erano la schiettezza e l’acume. È stato un grande uomo politico, un bravissimo imprenditore. Gli ho chiesto io di fare il sindaco di Oderzo. Nel 1993 non riuscivamo a metterci d’accordo sul candidato. Lui era consigliere a Motta e gli dissi: “Bepi tocca a te”. Accettò e vinse. Fu il primo. È stato un grande sindaco». Lo ricorda con commozione anche Gianangelo Bof, commissario provinciale della Lega: «L’ho conosciuto che ero un ragazzino, veniva al ristorante dove lavoravo. Poi è sempre stato un punto di riferimento, una persona che potevi chiamare per un consiglio. Ci mancherà tanto». Il sindaco di Treviso Mario Conte: «Pochi giorni fa ci eravamo sentiti dopo aver ricevuto un suo graditissimo messaggio di sostegno. Un pezzo della storia politica della Lega Nord Liga Veneta ci guarderà dall’alto del paradiso».
Paolo Calia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino