I Bengala Fire conquistano anche Mika: il sogno X Factor continua

I Bengala Fire
CORNUDA - I Bengala piacciono a giudici e pubblico. E la loro avventura continua. La serata di ieri, 4 novembre, di X Factor, la prima in cui era prevista un'eliminazione e la...

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CORNUDA - I Bengala piacciono a giudici e pubblico. E la loro avventura continua. La serata di ieri, 4 novembre, di X Factor, la prima in cui era prevista un'eliminazione e la seconda dal vivo, ha rappresentato per i Bengala fire di Cornuda un semaforo verde verso le prossime tappe. Il gruppo, infatti, è stato premiato dal pubblico e prosegue la sua avventura, come il presentatore Ludovico Tersigni ha annunciato quasi allo scoccare della mezzanotte. Soprattutto, però, convince giudici e pubblico. Anche con il rock degli Jam proposto ieri sera, da un Mario (alias Mattia Mariuzzo) raffinato ed elegante in total black e da una band assolutamente affiatata.

IL GIUDIZIO
E i giudici hanno riconosciuto appieno la progressiva crescita. «Un bellissimo tuffo nel passato - ha detto Emma dopo aver ascoltato Town called Malice - però con un respiro moderno. Ribadisco il carisma di Mattia e il sound di questa band che è compatto ma non disturba». Pure Mika, da sempre il più scettico, si è lasciato andare a dei complimenti: «Non era male - ha detto - ogni settimana sono sempre più stilosi, anche la grafica mi è piaciuta, più naturale e più credibile. Quando c'è questa precisione mi piace». Più convinto Manuelito, che ha detto: «Io tifo per voi. Sono contento anche della scelta del brano. Vorrei vedere più brit nell'estetica». La filosofia del lavoro che si sta svolgendo è stata poi spiegata da Manuel Agnelli: «Stiamo cercando di spiegare da dove viene il sound di oggi che arriva da una tradizione lunghissima. Quello che vogliamo raccontare noi è la storia di un suono, che loro sanno riprodurre. E l'accento (ancora una volta contestato da Mika, ndr) è importante perché definisce l'identità di questo suono». Infine ha commentato: «Trovamene un altro che viene da Treviso e ha un accento di Manchester», freddando poi l'altro giudice con un «le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue». Ma su una cosa non ci sono dubbi: il pezzo, che racconta «la quotidianità, la noia, la mancanza di una prospettiva, un pezzo rabbioso ma che nello stesso tempo vi fa alzare il culo e ballare», è piaciuto a tutti. I Bengala sono arrivati sul palco per penultimi, quasi alla fine della seconda manche, lasciando i supporter con il fiato sospeso per oltre due ore, mentre si susseguivano gli altri gruppi. Ma ne è valsa la pena.

IL PERCORSO
Il gruppo rock di musicisti di Cornuda era reduce dall'esibizione della scorsa settimana, quando in occasione del primo live di X-Factor, aveva, a differenza di ieri sera, aperto la serata, cantando il proprio inedito e riempiendo il palco della propria bravura. Con Valencia, Mattia, detto Mario, Orso (Andrea Orsella), Borto (Davide Bortoletto) e Lex (Alexander Puntel) avevano colpito sia per la qualità della loro musica sia per il modo in cui hanno tenuto il palco. Ma a colpire era stata pure la spontaneità della loro presentazione. Anche attraverso le parole dello stregone Manuel, che li aveva definiti originari dalla «provincia più profonda d'Italia dove a colazione mangiano trippa e bevono vino». Cosa che loro fanno davvero, ogni primo sabato del mese, al Dam bar di Cornuda. L'approdo ai live ha peraltro rappresentato il traguardo di una lunga cavalcata che li ha portati, in un crescendo rossiniano, a superare tutti gli ostacoli, compreso quello degli home visit. All'ultima tappa prima della fase finale del live, i Bengala fire si erano presentati con See Emily Play, dei Pink Floid, «una cosa super vecchia», interpretandolo con l'empatia di sempre. Da quando, più di dieci anni fa, hanno cominciato a cantare alla sala prove di Cornuda.

IL TIFO


«Li conosco da quando erano bambini - ha detto nei giorni scorsi il primo cittadino di Cornuda, Claudio Sartor - Hanno sempre frequentato il paese e hanno studiato musica nella Scuola di Musica Gabrieli. Da lì è nata l'idea del gruppo che si è rapidamente evoluta nell'esperienza della Sala Prove Noise Activity. Erano tra i più piccoli ma avevano già allora le idee chiare». Attorno a loro, del resto, si è stretta in queste settimane la comunità. A partire dai commercianti, che numerosissimo si sono fatti immortalare con i manifesti che pubblicizzano il gruppo. Una realtà che, per tre quarti, è davvero nata e cresciuta in paese. «Li ho visti crescere» ha detto Andrea, papà di Mattia, riferendosi in particolare, oltre che a suo figlio Mattia, detto Mario, ad Orso (Andrea Orsella) e Borto (Davide Bortoletto). Lex (Alexander Puntel) è invece entrato nel gruppo poco prima dell'inizio dell'avventura. Ma è, senza ombra di dubbio, perfettamente integrato.
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Il Gazzettino