Pestaggio di ragazzini italiani, a giudizio un moldavo: «Rintracciatelo»

Pestaggio di ragazzini italiani, a giudizio un moldavo: «Rintracciatelo»
BELLUNO Armati di catene e di guanti borchiati picchiarono e ferirono tre ragazzini di Belluno. Poi per evitare che si rivolgessero dalla polizia li avvisarono che altrimenti...

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BELLUNO Armati di catene e di guanti borchiati picchiarono e ferirono tre ragazzini di Belluno. Poi per evitare che si rivolgessero dalla polizia li avvisarono che altrimenti sarebbero tornati per «massacrarli di botte». I fatti, risalenti ancora al gennaio 2011, sono approdati ieri in tribunale, davanti al giudice Antonella Coniglio, per il processo a Lilian Banaga, 23 anni, moldavo, all'epoca dei fatti residente a Longarone, e unico soggetto maggiorenne all'interno del nutrito gruppo che quella sera picchiò i tre italiani. Sì, perché la rissa sarebbe scattata per motivi etnici, anche se al momento non è dato sapere da quale delle due fazioni sia partito lo scontro. Di certo a prenderle, con l'uso di armi improprie, furono i tre bellunesi, tutti refertati con 5 giorni di prognosi. Ieri, tuttavia, il processo è stato rinviato di un anno per dare modo alla polizia giudiziaria di rintracciare l'imputato di cui non si hanno più notizie.

 

Il giudice ha disposto anche la sospensione dei tempi di prescrizione. Il fatto accadde a Belluno. Protagonisti cinque minorenni tutti moldavi comandati dal connazionale Banaga. Erano armati con catene e indossavano guanti con le borchie metalliche. Presero a botte i tre ragazzini, anch'essi minori, provocando ad uno una trauma alla spalla, ad un altro la contusione allo sterno e alla colonna lombare e al terzo ematomi allo zigomo e al labbro e escoriazioni al collo. Fatti aggravati dall'aver commesso i reato cintro minori, di aver usato armi improprie e di essere stati in più di cinque. Ma la storia non finì qui, perché una volta completato il pestaggio, i sei moldavi rincararono la dose. Temevano di essere denunciati e per questo motivo dissero ai tre malcapitati: «Se chiamate la polizia vi troviamo e vi massacriamo di botte» e ancora «se fate la denuncia vi picchiamo, sappiamo dove abitate e che moto avete». I tre malcapitati, evidentemente, non si fecero intimorire e, forse indotti dai genitori che probabilmente si accorsero delle lesioni, sporse denuncia. I sei moldavi finirono tutti sotto accusa, cinque davanti al tribunale dei minori e solo Banaga davanti a quello di Belluno, in quanto unico maggiorenne. Il giovane è difeso dall'avvocato Massimo Montino del foro di Belluno. Le tre vittime non si sono costituite parti civili. Riprendono così le ricerche per rintracciare l'imputato. La polizia giudiziaria avrà un anno di tempo. L'udienza è stata quindi aggiornata al 31 dicembre del 2019.
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Il Gazzettino