Bici rubate, il bazar dentro il parco: chiedi, «20 euro» e affare fatto

Bici rubate, il bazar dentro il parco: chiedi, «20 euro» e affare fatto
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PADOVA - I giardini dell'Arena sono da tempo ormai una sorta di piccolo mondo dove trovare un po' di tutto: robuste badanti dell'Est con al seguito arzilli pensionati in amore, studenti di passaggio e tantissimi stranieri che hanno trovato nel fazzoletto di verde un luogo di incontro e socializzazione. Ma anche strani soggetti in cerca di qualche affare, non sempre lecito, da portare a termine. Tra loro si nota un magrebino sui 40 anni, vistoso giubbotto da motociclista addosso. E' il palo attorno a cui ruotano un paio di staffette, impegnate in una indefessa spola su e giù per il parchetto. Ne fermiamo uno: «Avrei bisogno di una bicicletta».




L'interlocutore, altro nordafricano, fa come al solito finta di non capire l'italiano. Bofonchia qualcosa indicando l'altro ingresso, dove forse troveremo qualcosa. Ubbidienti, attraversiamo il giardino ma, arrivati alla fine, non c'è ombra di biciclette e di venditori. Un po' seccati per essere stati presi in giro, o forse scambiati per sbirri, torniamo indietro. A metà strada incrociamo (guarda caso!) un africano in sella a una bici da donna nera, modello Belle époque. Alto, robusto, vent'anni o poco più, pedala lentamente come se cercasse qualcuno, con un sorriso a tutti denti stampato in faccia. Evidentemente la prima richiesta non era poi caduta nel nulla, il giochino di questa piccola organizzazione infatti è semplice: la staffetta individua il cliente e lo segnala al complice per trattativa e consegna della merce. Precauzione forse eccessiva, ma tant'è. «Bicicletta?» sussurriamo con tono complice di chi sa di mondo e non può farsi notare nel compiere questo crimine efferato. L'africano, annuisce vistosamente con la testa e a questo punto partiamo subito decisi sparandogli quello che è il nostro budget prefissato. «Venti euro»...
 
 
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Il Gazzettino