Caso Battisti, la Serracchiani: «Il Governo italiano richieda estradizione»

Caso Battisti, la Serracchiani: «Il Governo italiano richieda estradizione»
 "Per il Governo italiano è giunto di nuovo il momento di chiedere l'estradizione di Cesare Battisti e di compiere ogni legittima azione per ristabilire il...

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 "Per il Governo italiano è giunto di nuovo il momento di chiedere l'estradizione di Cesare Battisti e di compiere ogni legittima azione per ristabilire il diritto".


Lo afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, alla notizia che Cesare Battisti, condannato per quattro omicidi per i quali non ha mai scontato la pena, è stato nuovamente arrestato in Brasile, dove si era rifugiato.

Ricordando che sei anni fa i giudici della Corte Suprema brasiliana "con una sentenza gravemente iniqua, un atto che ha lasciato sgomenti e delusi" avevano deciso a favore della liberazione di Cesare Battisti, respingendo la richiesta di estradizione avanzata dall'Italia, Serracchiani auspica che "dopo quasi 40 anni sia fatta finalmente giustizia e che le porte del carcere si aprano per far entrare un assassino".

"È un imperativo morale - aggiunge - soprattutto nei confronti dei parenti delle vittime, tra le quali ricordo il maresciallo Antonio Santoro, assassinato a Udine nel 1978".

"L'estradizione, seppur tardiva, porrebbe la parola fine ad una vicenda drammatica, per la quale fino ad ora il dolore del sangue versato ricadeva unicamente proprio sui familiari delle vittime, gettando per di più una fosca ombra di impunità sulla stagione del terrorismo".

"Auspico - conclude Serracchiani - che una nazione democratica come il Brasile non decida più di lasciare in libertà una persona che ha commesso delitti così gravi".

Concetti analoghi sono espressi da un sindacato di polizia, il Coisp. ​Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp,  dopo il nuovo arresto ricorda che  è stato condannato in Italia per quattro omicidi commessi tra il 1977 e il 1979 ma non ha mai scontato la sua pena. Il terrorista fuggì infatti in Francia e poi, dal 2004, in Brasile dove aveva ottenuto lo status di rifugiato politico. L’Italia non è mai riuscita a ottenere la sua estradizione. 
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Il Gazzettino