Iarin Munari, la batteria come mestiere: «Il fuoco della musica acceso dai Deep Purple»

Iarin Munari, la batteria come mestiere: «Il fuoco della musica acceso dai Deep Purple»
ROVIGO  - È polesano uno dei migliori batteristi italiani. Iarin Munari, 45enne originario di Santa Maria Maddalena di Occhiobello, ha iniziato gli studi musicali a 16...

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ROVIGO  - È polesano uno dei migliori batteristi italiani. Iarin Munari, 45enne originario di Santa Maria Maddalena di Occhiobello, ha iniziato gli studi musicali a 16 anni e già a 21 anni lavorava professionalmente come musicista, collaborando - era il 1996 - con un autore di successo come Franco Fasano. Negli anni ha condiviso esperienze con grandi artisti pop, funk, soul e jazz: Stadio, Roberto Vecchioni, Red Canzian, Paolo Belli, Larry Ray, Cheryl Porter, Nomadi e ancora Franco Battiato, Eugenio Finardi, Enzo Jannacci, Tony Levin, Nada, Gino Paoli, Massimo Ranieri e Antonella Ruggero, sono solo alcuni dei grandi nomi con i quali ha tracciato il proprio percorso tra tour, dischi e passaggi in tv e radio.


LA CARRIERA
Munari è coinvolto in diversi progetti musicali e insegna Batteria pop rock al conservatorio Marenzio di Brescia. Inoltre, è titolare di due scuole di musica: la IM drums school a Fiesso Umbertiano, e a Occhiobello la Making Music School in collaborazione con l'amministrazione locale. La scelta di fare della musica una professione è arrivata presto. «La passione alimentava lo studio, che alimentava a sua volta i progressi - risponde Iarin Munari -. Si è creata una dipendenza buona. Oltretutto la musica suonata era molto diffusa negli anni 90, e offriva la possibilità di esibirsi con frequenza. Da qui una serie d'incontri che mi hanno permesso di vivere velocemente la transizione da studente-appassionato a semi professionista, fino ai primi lavori da vero professionista nel 96».
PERCORSO ARTISTICO
È stato un percorso in salita? «Lo è sempre e va affrontato con molta umiltà verso se stessi e un grande desiderio di ricerca ed evoluzione. La scelta vera è stata di impegnarsi duramente. La fortuna grande: avere avuto una famiglia che mi ha assecondato, maestri a cui devo molto, e avere incontrato persone che hanno creduto in me, dandomi opportunità che ho provato a cogliere al meglio e che ora cerco di offrire ai giovani».
Che tipo di musica si ascoltava a casa Munari quando ha iniziato a suonare e studiare la batteria? «Nessuno prima di me in famiglia aveva mai coltivato la passione per la musica. Mio padre, però, nutriva un'attrazione naturale per gli strumenti a percussione, che in qualche modo mi ha trasmesso e che si è sviluppata in modo inaspettato verso i 14 anni. Un amico mi passò le cuffie del walkman con Smoke on the water dei Deep Purple e si accese in me un fuoco così grande da continuare ad ardere ancora oggi, dopo più di 30 anni. Scoprii emozioni molto forti nel sentire quei suoni, e cominciai a nutrirmi di ore e ore di musica. Prima rock. Poi la cultura afro-americana e infine il pop».
IL PRIMO ALBUM

Nel 2018 è uscito I'M, il primo album. «A un certo punto mi sono accorto di avere una serie di composizioni molto diverse tra loro, con sonorità e stili che normalmente non si accostano nello stesso album. Avevo tre brani per chitarra e archi, scritti come colonna sonora di un film mai uscito. Avevo alcune ballad composte mentre elaboravo degli addii importanti. Avevo temi adatti per essere suonati live in stile jazz-funk con improvvisazioni e sperimentazione e anche un omaggio all'Africa che ho chiamato Afrìta. Ho capito che quell'insieme di pensieri musicali rappresentava perfettamente tutte le parti di me. Da qui il titolo I'M, in assonanza con il mio nome e con il significato inglese. Mi sono avvalso della collaborazione di musicisti che stimo profondamente e che hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita di questo lavoro. Il nucleo che ha partecipato alla maggior parte delle tracce è Alfonso Santimone al piano, Daniele Santimone alla chitarra e Nick Muneratti al basso. Poi ci sono molti ospiti come Piero Bittolo Bon ed Enrico Di Stefano al sax, Antonello del Sordo alla tromba, Fabrizio Luca alle percussioni. E nelle esibizioni live si unisce a noi sempre la voce di Annalisa Vassalli».
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Il Gazzettino