Stazioni spaziali alimentate dai batteri rossi della laguna: decolla il progetto

Laboratorio Veritas a Fusina
MARGHERA - Dalla laguna di Venezia allo spazio. I batteri rossi presenti nei sedimenti lagunari saranno addestrati a produrre bio-idrogeno destinato ad alimentare le stazioni...

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MARGHERA - Dalla laguna di Venezia allo spazio. I batteri rossi presenti nei sedimenti lagunari saranno addestrati a produrre bio-idrogeno destinato ad alimentare le stazioni spaziali orbitanti dell'Esa, l'ente spaziale europeo. Detta così sembra fantascienza. A rendere il progetto reale sarà il Green propulsion laboratory di Veritas, che è stato scelto dall'Esa, fra decine di concorrenti, per sperimentare la produzione di bioenergie. Purple-B, il nome del progetto, rappresenta il punto d'arrivo del laboratorio aperto quasi due anni fa, prima dell'esplosione della pandemia, a Fusina, nell'ambito di un programma mirato a favorire la riconversione ambientale di Porto Marghera con i fondi del ministero per la Transizione economica e del Comune di Venezia.


LA SPERIMENTAZIONE

Il progetto, messo a punto in collaborazione con le Università di Padova e Venezia, prenderà il via il 1. marzo, con la costruzione, con l'ausilio di stampanti 3D, di un fotobioreattore che utilizzerà come materia prima i batteri rossi prelevati dai fondali lagunari. Le cellule vitali dei micro organismi saranno inserite all'interno di una spugna translucida che trattiene un sottile velo di liquido per contrastare l'azione della microgravità, e qui colonizzeranno le microcavità al riparo dall'ossigeno, una sostanza per loro nociva. La luce, motore della fotosintesi, sarà fornita da sistemi pulsati a intensità programmata in grado di stimolare la produzione di bioidrogeno che, in forma di bolle gassose, sarà estratto e messo all'interno di bombole.


STRUMENTI GEMELLI

Il prototipo dello strumento sarà allestito a Fusina, mentre la versione spaziale che in futuro sarà collocata sulle stazioni orbitanti sarà inviata in Olanda, al centro Estec di Noordwijk, nell'ambito del programma Melissa (Micro-ecological life support system alternative) di Esa.
«Siamo molto soddisfatti per questo contratto di ricerca che ci è stato assegnato da Esa dichiara il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini - che si aggiunge ai successi ottenuti dal nostro GpLab». Il laboratorio di Fusina peraltro, aggiunge Razzini, «consente ad altri soggetti universitari, enti e aziende di collaborare per progettare, verificare e lanciare nuove tecnologie o sperimentare nuove applicazioni».


Una di queste riguarda la prossima realizzazione all'interno del sito di Fusina di un distributore di biometano, prodotto con i rifiuti della raccolta differenziata trattati negli stabilimenti Bioman-Sesa,, che alimenterà alcuni veicoli di Veritas.
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Il Gazzettino