Basso Isonzo, niente lavori per i prossimi tre anni

Basso Isonzo, niente lavori per i prossimi tre anni
PADOVA C’è un’ulteriore proroga che stoppa la lottizzazione. Le ruspe, quindi, per ora non arrivano. E il margine di tempo per trovare una soluzione adesso...

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PADOVA C’è un’ulteriore proroga che stoppa la lottizzazione. Le ruspe, quindi, per ora non arrivano. E il margine di tempo per trovare una soluzione adesso è ampio: tre anni. Nell’area del Basso Isonzo, dove è in fase di realizzazione il più grande parco urbano cittadino, i cantieri per costruire i condomini per ora si fermano. Il sindaco Sergio Giordani, con gli assessori Antonio Bressa e Andrea Ragona, infatti, ha lavorato in questi giorni per individuare il modo di prendere tempo. Alla fine è stata individuata una norma nel decreto semplificazioni che permette di posticipare appunto per un triennio i termini per cominciare i lavori. L’Ira, Istituto di riposo per anziani, proprietario del terreno, che fino a oggi pareva dovesse dare il via all’intervento di edificazione di 100 appartamenti entro il 12 settembre per non perdere l’autorizzazione, potrà invece avvalersene e attendere fino ad aprile 2022 per far partire l’intervento, cioè il momento in cui scadrà il Piano Urbanistico Attuativo, che peraltro potrà essere anch’esso prorogato. Sulla questione si erano mobilitati in tanti, tra cui Legambiente, che aveva definito ecomostro il progetto dell’Ipab, oltre che Coalizione civica e la Consulta di Quartiere 5b assieme a gruppi e comitati, i quali avevano invitato l’amministrazione a impedire un ulteriore consumo di suolo in un’area di alto valore ambientale ed ecologico. L’Istituto di via Beato Pellegrino, aveva chiesto una proroga di sei mesi, ma dagli uffici dell’Edilizia privata è arrivata una risposta che porta molto più in là la data ultima per cominciare a costruire, consentendo così al Comune di mettere a punto nel frattempo una soluzione alternativa.

IL SINDACO
E il primo cittadino a questo proposito ha osservato: «Sono sempre attento alle richieste dei cittadini e a non “vendere” promesse facili che traggono in inganno. Ho studiato le carte, ho valutato il dossier che mi era stato lasciato da Arturo Lorenzoni, mi sono confrontato positivamente con IRA e poi con gli assessori competenti e abbiamo costruito un’azione all’insegna del buonsenso, che se da un lato tutela i diritti di IRA, dall’altro ci dà il tempo di soddisfare le richieste della popolazione e di verificare se esiste un’alternativa radicale ed equa per tutti. Io amo l’ambiente e voglio dimostrarlo con i fatti. Pertanto, cercherò con impegno una via d’uscita che eviti la lottizzazione in loco. E se la troveremo dovremo tutti metterla in pratica con decisione, unità e ancora buon senso. Dopo l’Iris proveremo a tutelare anche questa zona nella trasparenza e rispettando la normativa».
GLI ASSESSORI

E l’assessore Bressa ha aggiunto: «Abbiamo individuato la norma che consente una prova di 3 anni e la società ha già comunicato di volersene avvalere. Ora, quindi, c’è meno pressione e abbiamo più tempo per lavorare con il sindaco Giordani e l’assessore all’Urbanistica Ragona a una soluzione diversa per il Basso Isonzo, e che nel contempo permette ai privati di farsi avanti per rendersi protagonisti di un’auspicata riduzione del consumo di suolo». Soddisfatto è anche lo stesso Ragona, nominato da pochi giorni: «Certo, è solo il primo passo, ma quando le parti in gioco hanno la volontà di lavorare in sinergia, parte del lavoro è già fatto. La strada individuata ci dà il tempo per trovare una soluzione che permetta da un lato di tutelare gli interessi di IRA, dall’altro di salvaguardare una zona strategica dal cemento. Ho già parlato con la collega Gallani e metteremo in campo tutti gli strumenti per arrivare a un risultato che in primo luogo riconosca l’importanza di un progetto come il Parco Agricolo del Basso Isonzo. Ringrazio i cittadini che si sono mobilitati e che hanno dato suggerimenti: li ascolteremo e troveremo risposte insieme».
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Il Gazzettino