L'antico convento dei frati a Bassano rischia di chiudere: scrittori, attori e vip mobilitati per salvarlo

L'antico convento dei frati a Bassano rischia di chiudere
Alle 9 di stamattina l'assessore regionale del Veneto Elena Donazzan sarà a Mestre per incontrare fra Roberto Tadiello, il ministro provinciale dei frati minori...

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Alle 9 di stamattina l'assessore regionale del Veneto Elena Donazzan sarà a Mestre per incontrare fra Roberto Tadiello, il ministro provinciale dei frati minori cappuccini di Santa Croce che riunisce i circa 260 religiosi di Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige. Donazzan avrà con sé un malloppo di firme: oltre 4.500 sottoscrizioni raccolte tra i banchetti e la piattaforma change.org. Obiettivo: Salvare i frati a Bassano. Un mobilitazione trasversale, non solo politicamente, visto che tra i sostenitori si trovano sia esponenti di destra che di sinistra, ma anche dal punto di vista geografico e culturale. Tra i tanti, hanno firmato lo scrittore Paulo Coelho, l'attore Salvatore Esposito alias Genny Savastano in Gomorra, lo scrittore Paolo Borzacchiello, la produttrice di eventi Tiziana Rocca. Ieri un video-appello è arrivato dall'ex pilota di Formula1 Jean Alesi. Potenza dei social o amore per i frati?


RAZIONALIZZAZIONE
Il paradosso è che di ufficiale non c'è - per ora - niente. Solo il prossimo marzo il Capitolo - cioè l'assemblea generale dei frati cappuccini - deciderà cosa fare della struttura vicentina di Bassano, se chiudere chiesa e convento con annessa mensa per i poveri (una cinquantina di pasti distribuiti ogni giorno) e quindi far traslocare altrove gli 8 frati o se, come vorrebbero i fedeli bassanesi (e non solo), lasciare tutto com'è. Fatto sta che stavolta la voce di una possibile razionalizzazione dei conventi - poche vocazioni, costi sempre più alti - è parsa talmente realistica da far scattare la mobilitazione. Così, lo scorso 4 gennaio è sorto il gruppo Salviamo i frati a Bassano, capofila l'assessore regionale Elena Donazzan e il presidente di Confartigianato Sandro Venzo assieme a Giampaolo Bizzotto, Paolo Nosadini e Luigi D'Agrò. I cinque hanno organizzato una conferenza stampa davanti al convento di San Sebastiano, aperto una pagina su Facebook e promosso una doppia petizione: online su change.org (https://chng.it/MQSnDCW5QM) e, come si usava una volta, cartacea. Al banchetto, per la messa delle 18, a tirar su firme domenica scorsa c'era la stessa Donazzan: «Abbiamo pensato di raccogliere delle firme per chiedere ai superiori dei cappuccini di riflettere su quanto attaccamento e affetto ci sia per i nostri frati nell'importante e popoloso territorio bassanese, di quanto la loro presenza spirituale sia un riferimento per i fedeli provenienti da tutti i comuni limitrofi e non solo, e di come il loro apporto alla comunità sia fondamentale per l'accoglienza dei poveri e dei fragili, a partire dai bisogni materiali».


I VIP


La mobilitazione non è rimasta circoscritta al territorio vicentino: ieri, a sorpresa, la petizione online è stata rilanciata su Facebook dallo scrittore Paulo Coelho. Il tramite? Giuseppe Aquila, figlio di Gianfranco, lo storico presidente di Penne Montegrappa morto lo scorso giugno. «Coelho venne a Bassano del Grappa nel marzo del 2012 per la presentazione della penna Montegrappa ispirata al suo libro L'Alchimista», ha detto Donazzan sottolineando che si tratta di uno degli «autori più importanti al mondo, di maggiore successo editoriale nella letteratura moderna, il secondo più ricco al mondo dopo J.K.Rowling, i suoi libri sono tradotti in tutte le lingue. Coelho è uomo di fede, dedito alla preghiera: per questo ha accolto l'appello di Giuseppe Aquila a sostenere l'iniziativa per non far chiudere il convento di Bassano». E i frati cosa dicono? «Non sappiamo niente, deciderà il Capitolo tra un paio di mesi», la risposta al Gazzettino di un cappuccino che ha risposto al telefono del convento. Stupiti della mobilitazione? «Siamo qui da cinquecento anni», si è limitato a osservare il frate. L'attuale convento di Bassano del Grappa, presso la chiesa di San Sebastiano, venne acquistato nel 1823, ma la prima sede dei cappuccini nella cittadina berica risale al 1568, quando i frati si stabilirono in località Salbeghe e lì costruirono la chiesa di Ognissanti. All'inizio dell'Ottocento il convento fu adattato a orfanotrofio e i frati si spostarono così a San Sebastiano, nel borgo Margnan. Tra i tanti, qui prese il noviziato e trascorse i suoi primi cinque anni da frate San Leopoldo Mandic. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino