BASSA PADOVANA Violenta la moglie ma finisce in carcere quattordici anni dopo. Per un 56enne di origine marocchina le manette sono scattate nei giorni scorsi, quando i carabinieri...
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L'EMERGENZA
Adesso la giustizia gli presenta il conto della violenza sessuale commessa quattordici anni fa ai danni della moglie. Quello della violenza contro le donne è un reato che purtroppo non accenna a diminuire. Anzi, in questi mesi di lockdown il fenomeno si è addirittura acuito. In tante si sono messe in contatto con i centri antiviolenza della provincia gestiti dall'associazione Centro Veneto Progetti Donna. Dati significativi provengono da Este. Lo sportello attivo in città ha accolto ben 55 richieste da gennaio a maggio. Di queste, dieci sono residenti in città. La fotografia è poco confortante: la violenza psicologica e quella sessuale sono in aumento, spesso usate come minaccia dall'uomo maltrattante ma anche gli episodi di violenza economica sono diventati più frequenti, con donne a cui il partner nega addirittura i soldi per la spesa. «La situazione è preoccupante ha commentato nei giorni scorsi il sindaco Roberta Gallana è un numero che ci angoscia, considerando anche che spesso molte violenze restano taciute». La violenza di genere non ha mollato la presa, anzi è aumentato in questi mesi di reclusione forzata dovuti all'emergenza Covid-19. Da quando è scattata la fase 2 lo sportello Donne Deste di via Vallesina ha riaperto finalmente le porte al pubblico, così come gli altri sportelli della provincia gestiti dall'associazione Centro Veneto Progetti Donna di Padova. Ma in realtà il lavoro delle operatrici non è mai venuto meno. Aiuti concreti e supporto psicologico sono stati comunque garantiti, sfruttando la comunicazione a distanza. In molti casi la prolungata convivenza ha esacerbato le conflittualità, rendendo necessario l'intervento delle forze dell'ordine e la mediazione dei servizi sociali.
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Il Gazzettino