«Basovizza? Una miniera». Bufera sull'Anpi nel giorno del ricordo di esodo e foibe

VENEZIA Sette mesi fa Sergio Mattarella e Borut Pahor, presidenti dell'Italia e della Slovenia, si tenevano per mano davanti alla lapide che commemora le vittime sul Carso...

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VENEZIA Sette mesi fa Sergio Mattarella e Borut Pahor, presidenti dell'Italia e della Slovenia, si tenevano per mano davanti alla lapide che commemora le vittime sul Carso triestino. Ma ieri, Giorno del ricordo dell'esodo giuliano-dalmata, un tweet dell'Anpi di Brescia ha riaperto la ferita che quello straordinario gesto di pace aveva cercato di suturare: «Basovizza non è tecnicamente una foiba, ma un pozzo minerario abbandonato. Non ci sono prove documentate che vi siano avvenute esecuzioni o vi siano state sepolte vittime delle epurazioni». La citazione dell'ultimo (e discusso) libro dello storico Eric Gobetti ha scatenato una bufera politica che si è riverberata anche in Veneto, dove Fratelli d'Italia insieme alla Lega chiede alla Regione di bloccare contributi e patrocini all'Associazione nazionale partigiani d'Italia.

CONDANNA E RIMOZIONE Dura la condanna espressa da Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, a Trieste per l'annuale cerimonia: «Adesso basta. Mi auguro che Anpi intervenga subito e tutte le forze politiche condannino affermazioni di tale gravità. Con l'avvicinarsi del 10 febbraio il rigurgito negazionista trova sempre, purtroppo, qualche voce disposta ad utilizzarlo». Richiesta condivisa da Alberto Villanova, capogruppo di Zaia Presidente nel Consiglio regionale veneto e promotore delle iniziative per il ricordo: «Per rispetto degli innocenti morti nelle foibe, per gli esuli istriano-dalmati costretti ad abbandonare le proprie case, l'Anpi prenda immediatamente le distanze da questo post e si scusi pubblicamente». In giornata la citazione è stata cancellata dai referenti bresciani dell'associazione: «Abbiamo deciso di non alimentare questa assurda polemica, assolutamente strumentale». Troppo poco per Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «Non basta rimuovere un tweet, l'Anpi chieda scusa agli italiani».

DIATRIBA A quel punto, però, la diatriba si è rinfocolata. Ha infatti risposto il presidente locale Lucio Predoni: «Non c'è motivo per chiedere scusa. Il tweet riportava una pagina del libro di Gobetti sulle foibe, in cui si fa una descrizione fisica della foiba di Basovizza, una ex miniera. Questo elemento decontestualizzato ha dato adito ad accuse di negazionismo nei confronti dell'Anpi di Brescia. Niente di tutto questo. Nessuno mette in dubbio che esistono le foibe, tanto meno quella di Basovizza». Ha poi aggiunto il numero uno nazionale Gianfranco Pagliarulo: «Ricordiamo in primo luogo e senza alcuna reticenza l'orrore delle foibe e le sue vittime e, assieme, il dramma dell'esodo di tanti italiani. Guardiamo con compassione e rispetto a tutti gli innocenti colpiti da questa immane tragedia. Ma perdura l'assordante silenzio verso la più complessa vicenda del confine orientale».

RICHIESTA Sull'onda delle proteste, Fdi in Veneto ha presentato una mozione che cita proprio «convegni di natura negazionista o riduzionista con la presenza di presunti storici, a cura principalmente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia con il sostegno, talvolta, di amministrazioni locali compiacenti e di partiti politici presenti in Parlamento». Il primo firmatario Raffaele Speranzon (il secondo è Villanova) chiede alla giunta Zaia di «sospendere ogni tipo di contributo finanziario e di qualsiasi altra natura», come patrocinio o concessione di sale, «a beneficio di soggetti pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque mezzo o in qualunque modo a diffondere azioni volte a macchiarsi di riduzionismo, giustificazionismo e/o di negazionismo nei confronti delle vicende drammatiche quali le Foibe e l'Esodo». Senza toccare la polemica, il capogruppo dem Giacomo Possamai ha dichiarato: «Non solo oggi, ma sempre l'Italia e l'Europa devono ricordare questa immane tragedia».

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Il Gazzettino