La Reyer perde 18 punti di vantaggio e va ko: «Abbiamo problemi in regia»

Peric a canestro
VENEZIA - L'Umana Reyer non passa la prova di maturità-Reggio Emilia e, dopo un ottimo primo tempo, si affloscia nella ripresa perdendo la vetta solitaria, raggiunta da...

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VENEZIA - L'Umana Reyer non passa la prova di maturità-Reggio Emilia e, dopo un ottimo primo tempo, si affloscia nella ripresa perdendo la vetta solitaria, raggiunta da Reggio e Milano.




«Riconosciamo le nostre colpe, il secondo tempo non è stato pari al primo ma siamo consapevoli dei nostri limiti, coi quali conviviamo dall'inizio della stagione e che oggi (ieri sera ndr) sono emersi più di altre volte», è l'analisi di coach Carlo Recalcati, che poi entra nel dettaglio: «Per vincere si deve fare canestro e nel secondo tempo abbiamo fatto 6/30. In alcuni momenti abbiamo troppa frenesia, perdiamo lucidità e non possiamo permettercelo perché tutte le partite hanno alti e bassi e chi è più bravo a limitarli ha maggiori possibilità di vincere».



Ma il tecnico orogranata non nasconde un limite tecnico: «Fra le tante problematiche c'è anche il playmaking, ma siamo questi». Nel ko con Reggio, tuttavia, le difficoltà nella costruzione del gioco di Julyan Stone, Michele Ruzzier e Phil Goss sono però emerse chiaramente, ma Recalcati allarga il concetto: «È vero che sono passati due mesi dall'inizio della stagione, ma a volte non basta un campionato per risolvere le problematiche. Non bisogna perdersi d'animo, ma accettare i nostri limiti, che sono tanti. Comunque non mi sembra che ci sia gente che pensa di essere un fenomeno, ma dobbiamo pensare allo stesso modo anche sotto stress e questo è un aspetto che si può allenare».



Il coach non getta la croce su Stone («Non punto il dito contro nessuno perché nel secondo tempo nessuno ci ha capito nulla, diciamo anche l'allenatore»), ma quel passaggio sotto le gambe per Viggiano in contropiede sul 50-43 è stato un pugno allo stomaco. «Il problema sta sempre nell'equilibrio che c'è nel quintetto. Sappiamo che Stone è un giocatore particolare che va visto nella sua complessità, non solo nella stupidaggine che ha fatto, nella frenesia o perché manca di lettura. Il fatto è che devo vedere quali sono le alternative e cosa mi possono dare al quintetto in campo. Ma la squadra è questa, ci sono logiche che ci hanno accompagnato fin qui e puntando su certi giocatori abbiamo vinto otto partite».



Chi ha ricevuto una bocciatura senza appello è Cameron Moore, 40' in panchina per scelta tecnica. «Mi serviva un centro come Ortner che mi dava affidabilità e volevo Ress per portare fuori i lunghi avversari». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino