Giorgia Sottana, da regina del basket a scrittrice. L'intervista

Giorgia Sottana dal campo da basket ai libri
VILLORBA - Sono sempre più spesso le donne a portare la nostra provincia ai vertici dello sport. A inizio maggio, negli stessi giorni in cui l'Imoco conquistava il...

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VILLORBA - Sono sempre più spesso le donne a portare la nostra provincia ai vertici dello sport. A inizio maggio, negli stessi giorni in cui l'Imoco conquistava il quarto scudetto di fila nel volley, c'era una trevigiana doc che festeggiava l'ennesimo tricolore della propria carriera nella pallacanestro. Si tratta di Giorgia Sottana, play classe 88 made in Villorba, donna simbolo nella storia recente del basket italiano. Cresciuta in una famiglia dove la palla a spicchi è quasi una religione, ha vissuto una carriera non sempre facile ma ricca di successi. Per motivi anagrafici, il proprio ruolo in campo non è quello di qualche stagione fa, ma le soddisfazioni non mancano. Dopo le esperienze in Turchia e Francia, nell'anno del Covid era tornata al Famila Schio, club in cui aveva raccolto le soddisfazioni migliori nella prima parte della carriera. La scorsa stagione la corsa verso il tricolore si era fermata in finale, contro la Reyer Venezia: il Famila aveva ceduto alle lagunari anche nella finale di Supercoppa, e si era dovuto accontentare di batterle nella finalissima di coppa Italia. Quest'anno invece il club di Giorgia ha fatto una scorpacciata di trofei: Supercoppa, coppa Italia e scudetto, battendo in finale per 3-1 un'agguerrita Virtus Bologna. Nella gara decisiva, la villorbese ha segnato 12 punti in 23', con un paio di triple e cinque assist.


Non si vincono per caso sei scudetti, sei Supercoppe e otto coppe Italia, cui si aggiungono le 140 presenze in Nazionale, di sei è stata a lungo capitana e leader.
«Questa stagione è andata super bene - racconta Giorgia - In Italia abbiamo vinto tutto il possibile e credo sia stata una risposta molto importante dopo le sconfitte della precedente annata. Centrare tutti gli obiettivi che ti dai all'inizio è sicuramente soddisfacente, è quello per cui lavori tutto l'anno».
Non è stata una passeggiata.
«È stata infinita: abbiamo iniziato il 9 agosto e finito soltanto a maggio inoltrato. Si può capire facilmente quanto sia stato estenuante. Oltre agli impegni in Italia, siamo tornate a giocare l'Eurolega a pieno ritmo, a differenza dello scorso anno in cui l'abbiamo disputata limitando fortemente gli spostamenti, con la formula delle bolle Covid-free. Abbiamo fatto un sacco di partite, moltissimi viaggi, non è stato per nulla semplice: dalla seconda settimana di febbraio abbiamo sempre affrontato il doppio impegno, con gare sia nel weekend che infrasettimanali. Non c'è stata una settimana senza partite in mezzo, è stato devastante».
Però è andato tutto benissimo.
«C'è un solo rammarico ed è l'Eurolega: sono convinta che potessimo agguantare le Final Four e invece ce le siamo lasciate sfuggire. In Italia invece eravamo mezzo gradino sopra tutte le altre, o almeno è questo che dicono i risultati: le finali scudetto sono andate benissimo, abbiamo giocato davanti a tantissimo pubblico, sia in casa che a Bologna, e devo dire che è stata una esperienza bellissima».
Farai 34 anni a dicembre: un'età particolare per una cestista.
«Ho ancora benzina e fuoco dentro: sicuramente ci saranno altre stagioni davanti sul parquet. Ovviamente non sono ipocrita e so che quelle lasciate indietro sono di più di quelle che mi aspettano da giocatrice. Però mi godo giorno dopo giorno, anno dopo anno e vediamo come sarà. Ora devo solo ricaricare le batterie e cominciare a prepararmi per le prossime sfide».

Dalla fine del campionato a oggi Giorgia non si è fermata: un po' di meritate vacanze, il suo Playground Basketball Camp a Lido delle Nazioni ma soprattutto l'uscita del suo nuovo libro, Mi fido di te: «Parlo di amore, viaggi, libertà e valori con lo scopo e la speranza che nel giungere all'ultima pagina ognuno abbia trovato una piccola parte della propria verità».

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Il Gazzettino