Ecco lo scudo per salvare la Basilica di San Marco dall'acqua alta

Il rendering dello scudo che dovrà proteggere la Basilica di San Marco dall'acqua alta
VENEZIA Una barriera di lastre in vetro che correrà all'esterno della Basilica di San Marco, dove oggi ci sono le transenne che tengono lontani i turisti. Eccola - nei...

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VENEZIA Una barriera di lastre in vetro che correrà all'esterno della Basilica di San Marco, dove oggi ci sono le transenne che tengono lontani i turisti. Eccola - nei rendering del progetto - la futura protezione invisibile capace di tenere lontano anche le acque alte, tanto devastanti per marmi e mosaici millenari della Basilica veneziana. Dopo l'approvazione dell'esecutivo, due settimane fa, da parte del comitato tecnico del Provveditorato alle Opere pubbliche, ora si attende che i lavori vengano finalmente assegnati a un'impresa. Il passaggio, però, non è scontato. Doveva occuparsene il Consorzio Venezia Nuova, concessionario per tutti i lavori di salvaguardia, ma il suo commissario liquidatore, Massimo Miani, ha appena avviato una procedura di ristrutturazione del debito congelando le attività. Ed ecco la necessità di trovare, in un clima di grande tensione con le imprese, una soluzione anche per il cantiere di San Marco. Una riunione sul tema è in programma a giorni in Provveditorato.


CORSA CONTRO IL TEMPO
I tempi sono strettissimi, se si vuole salvare la Basilica dalla prossima stagione di acque alte. La barriera in vetro era stata pensata come soluzione provvisoria, da realizzare in fretta, in attesa del progetto complessivo (più costoso e di più lunga realizzazione) che metterà in salvo l'intera insula di San Marco. Che necessita di protezione nelle occasioni in cui il Mose non viene sollevato (in caso di acqua alta non particolarmente significativa), essendo l'area più bassa della città. La Procuratoria di San Marco, che da anni denuncia i terribili danni provocati dall'acqua salmastra, aveva presentato il progetto di barriera a gennaio 2020, con la speranza di vederla in funzione già nell'autunno scorso. L'idea era piaciuta in Provveditorato e l'obiettivo sembrava fattibile. Ma la decisione del commissario sblocca cantieri del Mose, Elisabetta Spitz, di far abbellire il progetto originario dallo studio Boeri, aveva rallentato l'iter, anche perché erano arrivate le parziali bocciature dei comitati dei Beni culturali. Non erano piaciute l'idea del leggio sopra la barriera, né quella di creare dei varchi laterali, introdotte proprio dallo studio milanese.


IL PROGETTO
Alla fine il progetto approvato - a firma dell'ingegner Daniele Rinaldo, progettista fin dall'inizio - è molto simile a quello di gennaio 2020. La principale novità, voluta dalle commissioni ministeriali, come mostra il rendering, è stata il cambio di passo delle lastre per allineare i pilastrini di sostegno con il ritmo della facciata del monumento. Ripristinato poi l'allineamento tra i varchi della barriera e le porte della Basilica. Per l'intervento il Provveditorato ha previsto una spesa di 3 milioni e 700mila euro lordi, di cui 2 milioni e 200mila di lavori effettivi. L'ultimo comitato ha scommesso soprattutto sui tempi, prevedendo un cantiere veloce, con una doppia squadra di operai al lavoro contemporaneamente per completare i lavori in 90 giorni. Sulla carta le lastre in vetro possono essere realizzate in due, tre mesi, durante i quali lavorare alle fondazioni. Il montaggio finale, poi, dovrebbe cosa rapida.


LA PREOCCUPAZIONE


Certo, bisogna partire. E la preoccupazione, anche per gli ultimi sviluppi della vicenda Cvn, c'è. Se ne parlerà probabilmente anche oggi, alla presentazione organizzata dalla Procuratoria dei Quaderni sui restauri realizzati in Basilica. «La barriera è un obbligo di primo livello - ribadisce il primo procuratore, Carlo Alberto Tesserin - Tutti i restauri che facciamo in Basilica servono se la si mette in sicurezza dall'acqua. Altrimenti sarà sempre peggio».

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Il Gazzettino