Venezia. Basilica di San Marco, pronta da 5 mesi la nuova barriera di cristallo ma è ancora "ingabbiata" nella rete metallica. Così anche a Pasqua?

VENEZIA - In funzione da novembre, all'epoca inaugurata dal ministro Matteo Salvini in persona, la barriera che protegge la Basilica di San Marco dalle acque alte intermedie,...

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VENEZIA - In funzione da novembre, all'epoca inaugurata dal ministro Matteo Salvini in persona, la barriera che protegge la Basilica di San Marco dalle acque alte intermedie, è ancora ingabbiata da una rete metallica da cantiere.


Non un bel vedere per questa cintura di cristallo, che dovrebbe quasi sparire per non interferire con le meraviglie dell'edificio bizantino. In realtà, a quasi sei mesi dalla fine dei lavori, quello che appare è ancora un mezzo cantiere che soffoca la Basilica, con la recinzione, le basi provvisorie in cemento, un generale senso di confusione.
E in queste condizioni la chiesa di San Marco rischia di restare anche per le ormai imminenti festività pasquali. Colpa di un rimpallo che si trascina da mesi, con il nodo irrisolto della gestione-manutenzione della barriera e dei suoi costi.

LA CONSEGNA RINVIATA

Opera della Stato, realizzata per conto del Provveditorato alle Opere pubbliche dalle imprese del Consorzio Venezia Nuova, difende un bene della Procuratoria di San Marco che sorge su una Piazza del Comune. Una pluralità di soggetti che da mesi si confronta senza trovare una soluzione. Il prossimo passaggio sarà la consegna della barriera da parte del Cvn al Provveditorato.
Ormai manca solo il collaudo formale, un via libera sulle carte. I sei mesi previsti per questo adempimento sono in scadenza. Ma non è stata ancora trovata la soluzione per la gestione-manutenzione di un'opera, che ha un'importante parte idraulica, e non può essere trascurata. Il rischio è che la Basilica torni ad allagarsi, magari per una valvola difettosa o un filtro otturato.
Nei mesi scorsi Thetis, come direzione lavori dell'intervento, aveva ipotizzato un preventivo di 300mila euro l'anno per la gestione degli impianti. Troppo oneroso per il Provveditorato. E lo stallo continua.

NERVOSISMO

«Questa è una partita che deve decidere il Provveditorato. A noi la recinzione non fa altro che disturbarci. Non ha più motivo per restare lì» ribadisce il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin.


Un certo nervosismo c'è soprattutto tra le imprese. «Già dopo il collaudo statico la barriera poteva essere consegnata. E quello formale, volendo, poteva essere concluso rapidamente - annota Renzo Rossi, dell'omonima impresa che con Kostruttiva ha realizzato l'intervento - Invece si aspetta senza decidere. Visto che siamo in Piazza anche per gli altri cantieri, noi continuiamo a gestire la barriera e per questo abbiamo lasciato la rete. Soprattutto per evitare vandalismi. Ma è un'attività per cui finora non siamo stati pagati. È una situazione che non può continuare».

 

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Il Gazzettino