Basilica di San Marco all'asciutto, ma solo in orario d'ufficio: il nodo del personale

VENEZIA Le barriere in vetro dell'acqua alta
VENEZIA Un tormentone che continua, quello della gestione della barriera che protegge la Basilica di San Marco dalle acque alte. Il Provveditorato alle Opere pubbliche è...

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VENEZIA Un tormentone che continua, quello della gestione della barriera che protegge la Basilica di San Marco dalle acque alte. Il Provveditorato alle Opere pubbliche è pronto a garantire l’apertura e la chiusura dei varchi d’accesso della cintura di lastre in vetro, in caso di bisogno, ma solo in orario per così dire d’ufficio: dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 17. Per il resto del tempo - notti, fine settimana, festività, quando la marea di certo non si riposa - la palla resterebbe in capo alla Procuratoria di San Marco, che ieri però non si è detta affatto d’accordo. Un primo confronto-scontro, andato in scena al comitato tecnico convocato dal Provveditorato, a cui ora seguiranno altri incontri tra le parti, alla ricerca della quadra. Resta il fatto che, a tre mesi dal pasticcio del giorno dell’Epifania, quando il nartece si allagò perché, in assenza di un procedura scritta, nessuno si era ricordato di chiudere uno degli accessi, una soluzione ancora non è stata trovata.


TORMENTONE BARRIERA
Se ne parla ormai da novembre 2022, quando è entrata in funzione quest’opera di salvaguardia provvisoria, ma fondamentale per la Basilica, in attesa del completamento dei lavori per la messa in sicurezza dell’intera insula marciana. Vicenda emblematica, di cui vale la pena riassumere le ultime puntate. All’indomani della figuraccia del 6 gennaio, il Provveditorato era corso ai ripari, annunciando l’intenzione di estendere l’incarico già affidato al Consorzio Venezia Nuova per la manutenzione degli impianti del sistema-barriera, anche alla movimentazione dei panconi che chiudono gli accessi, in base alle previsioni di maree. La Procuratoria, da parte sua, aveva chiesto al suo personale di vigilare sulle operazioni di apertura-chiusura, intervenendo in caso di bisogno. Mentre le maestranze delle ditte del Cvn, già impegnate negli altri cantieri della Piazza, avevano continuato a garantire le movimentazioni, ma solo nei loro orari di lavoro. Una soluzione ponte in attesa della formalizzazione di un accordo. Quello inserito nell’ordine del giorno del comitato di ieri. Un incarico annuale da affidare alle ditte del Cvn con importi importanti: ben 400mila euro, la maggior parte per le attività di manutenzione e avviamento delle opere elettromeccaniche della barriera. A queste è stata aggiunta la movimentazione dei panconi, per un valore di circa 70mila euro, ma con un orario ridotto: da lunedì al venerdì e dalle 8 alle 17, appunto.


IL NODO PERSONALE
La proposta, alla fine, è stata approvata dal comitato, ma non è piaciuta affatto alla Procuratia. In ballo ci sono questioni legate alla gestione del personale: le spese di un’eventuale reperibilità delle maestranze delle imprese, da un lato; l’inquadramento del personale di guardiania della Procuratoria, non tenuto da contratto ad attività di questo tipo, dall’altro. Come alternativa è stato persino ipotizzato di chiudere sempre gli accessi quando gli operai non ci sono. Più probabile che si trovi un accordo con i guardiani della Procuratoria. Se ne riparlerà nei prossimi giorni.


VIA LIBERA ALLA FIBRA


Intanto il comitato di ieri ha dato il via libera ad un altro intervento strategico per il completamento del Mose: il completamento dei collegamenti in fibra per la trasmissione dati, oggi garantiti da un ponte radio e un sistema satellitare. Open Fiber era già stato individuato come il candidato attuatore a novembre, ora è stato approvato l’importo dell’intervento: 7 milioni e 300mila euro per progetto e lavori, da concludere in 18 mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino