Mense aziendali, via libera ai locali: in trecento pronti a partire

Mense aziendali, via libera ai locali: in trecento pronti a partire
PADOVA -  Una nota firmata dal vicecapo di gabinetto del Ministero dell’Interno, inviata alla prefettura di Latina per rispondere ad un preciso quesito e poi...

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PADOVA -  Una nota firmata dal vicecapo di gabinetto del Ministero dell’Interno, inviata alla prefettura di Latina per rispondere ad un preciso quesito e poi inoltrata per conoscenza a tutte le altre Prefetture d’Italia. È il documento che baristi e ristoratori della provincia di Padova aspettavano da giorni per attivare il servizio di mensa aziendale senza paura di prendersi una salata sanzione. Una boccata d’ossigeno fondamentale fino a quando il Veneto rimarrà “zona arancione” e ai locali sarà vietata l’attività tradizionale. La lettera arrivata ieri dal Viminale garantisce la possibilità di proporre la mensa aziendale senza dover attivare un apposito codice Ateco e senza dover aprire le pratiche di una nuova Scia. Le associazioni di categoria Appe e Confesercenti stimano che nel Padovano i gestori interessati a partire siano oltre trecento. 


LA TELENOVELA
In tutta la provincia sono 12 le attività che effettuano da tempo un regolare servizio di mensa per i lavoratori delle aziende con specifico codice Ateco. Appurato che in zona arancione è consentito il servizio mensa, nelle ultime settimane moltissimi gestori si sono interessati a questa possibilità. Il Comune di Padova ha ricevuto 40 comunicazioni. Attenzione, però: fino alla scorsa settimana le norme dicevano che per attivare il servizio mensa serviva una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), una comunicazione all’Ulss e poi il completamento della pratica alla Camera di Commercio per ottenere lo specifico codice Ateco. Insomma, un iter ben articolato. Per questo motivo il prefetto Renato Franceschelli aveva scritto ai sindaci e ai vertici delle forze dell’ordine affinché controllassero che la situazione non sfuggisse di mano. I ristoratori si sono subito tirati indietro, ma ora cambia tutto. 
LE RISPOSTE
Il primo grande spiraglio è arrivato venerdì con una “Faq” pubblicata sul sito della Regione Veneto che spiegava come non fosse necessario attivare un apposito codice Ateco per il servizio mensa. Il via libera definitivo è arrivato ieri e porta il timbro del Ministero dell’Interno: è consentita l’attività di ristorazione in favore di lavoratori di aziende con le quali i pubblici esercizi instaurano un rapporto contrattuale. Non servono altre pratiche o comunicazioni particolari (anche se le categorie consigliano comunque di informare il Comune con una Pec). 
LE REGOLE
Il presidente di Confesercenti Nicola Rossi ha subito preso in mano la situazione studiando il decalogo per i titolari. Lo stesso ha fatto anche il segretario Appe, Filippo Segato. Sono pronte, dunque, le nuove regole. Anzitutto va detto che il servizio è applicabile per tutti i pubblici esercizi e quindi per ristoranti, pizzerie, bar, pub e trattorie. Non serve il codice Ateco “56.29 mense e catering”. È necessario però stipulare un contratto di mensa aziendale (il pagamento con ticket restaurant non equivale ad un contratto). 
Il titolare del locale deve definire un elenco dei lavoratori dipendenti di una determinata azienda (compresi titolari e soci) e beneficiari del servizio mensa. I turni devono essere stabiliti con rigore e il servizio è garantito per chi deve mangiare tra un turno lavorativo e l’altro (posso mangiare in pausa pranzo, non in un giorno in cui non lavoro). Non ci possono essere persone in attesa all’interno o all’esterno. È prevista per gli esercenti l’applicazione Iva al 4% invece che al 10%. Sono esclusi dal servizio i clienti liberi professionisti. Tassisti, agenti di commercio e altri liberi professionisti che girano per lavoro dovranno dunque continuare a servirsi solo con servizio da asporto. L’Appe sottolinea anche «la possibilità di comprendere la cena nell’accordo di mensa aziendale che secondo noi è possibile per tutte quelle aziende che lavorano con turni notturni e quindi per le quali ha senso stipulare un contratto con orari serali». 

«Stiamo ricevendo moltissime chiamate anche da altre zone d’Italia - spiegano da Confesercenti. -, in tanti guardano a Padova per capire cosa accadrà». Le risposte arriveranno già nei prossimi giorni. In attesa di capire se il Veneto tornerà “zona gialla” molti ristoratori ora accelerano. 
 

 

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Il Gazzettino