Barista massacrato di botte fuori dal suo locale: «Aggredito alle spalle da due persone mai viste prima»

Simon Angjele, titolare di due locali nel Padovano, aggredito da due bandito
PADOVA - Imprenditore massacrato di botte fuori dal suo locale di Noventa. È giallo sul movente del pestaggio, avvenuto venerdì notte attorno alle 23. La vittima...

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PADOVA - Imprenditore massacrato di botte fuori dal suo locale di Noventa. È giallo sul movente del pestaggio, avvenuto venerdì notte attorno alle 23. La vittima è Simon Angjele, 37 anni, titolare del bar Più Trentanove di via Risorgimento a Noventa, ma anche del Frida Tapas Bar di piazza dei Signori a Padova. Ecco il suo racconto di quei momenti di terrore. L'aggressione, molto violenta, lo ha costretto a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso: è stato dimesso con trenta giorni di prognosi.

LA PAURA

«Sono uscito dal locale per dirigermi alla mia auto - ha raccontato - alle spalle sono stato aggredito da due persone che non avevo mai visto prima. Hanno agito travisati, l'aggressione è durata forse un minuto poco più. Non hanno parlato. Con una mazza da baseball mi hanno colpito alle gambe, alla testa e al costato. Fortuna ha voluto che due passanti vedessero la scena, si sono messi ad urlare e i malviventi sono scappati via in macchina. Non sono in grado di riferire la direzione di fuga e il modello dell'auto».


Secondo il ristoratore non si è trattato di una rapina. «Solitamente non massacri di botte una persona per rubargli il portafogli. Ma oggi quello che più mi fa male - ha proseguito - è che non ho mai commesso alcun reato nella mia vita. Vengo da una famiglia per bene. Ho studiato, mi sono formato, non ho contenziosi con nessuno, conduco una vita all'insegna della riservatezza. Lavoro dieci ore al giorno e sto a casa nel restante tempo, non conduco una vita mondana, non ho mai avuto contatti con droga o altre devianze. Per questo sono allibito per quanto mi è potuto accadere».
Adesso l'imprenditore vive nella paura: «Non siamo più sicuri neppure a casa nostra. I carabinieri che hanno raccolto la mia denuncia mi hanno detto che faranno di tutto per arrestare i miei aggressori. Confido nella giustizia, credo in uno Stato che tuteli le persone oneste».

CHI È

Simon Angjele, albanese di nascita, vive in Italia ormai da parecchi anni ed è sposato con una donna italiana. Il nome del bar Più Trentanove è proprio una dedica al paese che l'ha accolto e che l'ha fatto affermare. A Noventa ha inaugurato un locale di medio alto spessore. La clientela non manca e i consensi sono costanti grazie all'eleganza degli ambienti e del servizio offerto. Nulla, quindi, che faccia ipotizzare situazioni di degrado e delinquenza. Ma allora chi può aver deciso di dare una lezione così importante al trentasettenne e soprattutto con quale fine.


«Non sono in grado di dare una risposta in questo momento - ha continuato - vivo un momento difficile. Ho giramenti di testa e dolori ovunque. Non escludo neppure di essere rimasto vittima di uno scambio di persona. Ribadisco, la rapina non credo perchè non mi hanno neppure chiesto i soldi. Questi mi hanno aggredito per picchiarmi. Mi hanno giudicato guaribile in 30 giorni all'ospedale, ma se ripenso a quello che mi è capitato, potevo anche morire». Intanto i carabinieri hanno acquisito le immagini della videosorveglianza comunale e ascoltato alcuni testimoni.
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Il Gazzettino