Barche blu, aperta un'inchiesta: spunta la lista dei passeggeri criptata

L'ormeggio di Ca' Farsetti e la lista dei passeggeri criptata
VENEZIA - Non hanno festeggiato, ma si sono guardati negli occhi con una certa soddisfazione quando hanno appreso dell’apertura di un fascicolo d’inchiesta a tempo di...

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VENEZIA - Non hanno festeggiato, ma si sono guardati negli occhi con una certa soddisfazione quando hanno appreso dell’apertura di un fascicolo d’inchiesta a tempo di record sull’utilizzo dei mezzi di servizio del Comune da parte della Corte dei conti.




Gianluigi Placella, il consigliere comunale del Movimento Cinquestelle che ha firmato una circostanziata interrogazione corredata anche da fotografie, si augura che questo sia solo l’inizio.

«Noi abbiamo fatto una verifica a campione - commenta - ma auspichiamo che la Procura voglia andare oltre il periodo di sette mesi da noi considerato. Sarebbe corretto e significativo arrivare fino all’inizio del mandato, perché non è detto che non ci sia dell’altro».



La Procura ha in piedi un’inchiesta piuttosto importante relativa al Comune, quella sul costo per la realizzazione del ponte di Calatrava. La citazione a giudizio è arrivata nel maggio 2013, ma l’archistar valenciana è spesso negli Stati uniti e la citazione gli è stata notificata in tempo per l’udienza del 13 novembre prossimo. Un’altra inchiesta di cui però non si è sentito più parlare riguarda le operazioni sul debito attraverso i derivati, costata milioni di euro l’anno all’amministrazione tra il 2000 e il 2010 e tuttora sul groppone di Ca’ Farsetti.



I dati relativi alle corse sulle barche di servizio erano arrivate per la prima volta "secretate" al gruppo del M5S. Le caselle relative al nominativo dell’utilizzatore erano state cancellate con il bianchetto. «Questo tentativo maldestro di nascondere le informazioni - racconta Gianluigi Placella - ci ha reso ancor più risoluti nell'accertare tutti gli usi di auto e barche blu. Siamo peraltro stupefatti del richiamo alla sobrietà del nuovo segretario comunale del Pd. La sobrietà non è una moda, come può pensare Rosteghin, ma un modo di amministrare. Invitiamo la maggioranza a modificare il Regolamento in base alla legge nazionale».







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Il Gazzettino