Psicosi Ebola: rientra dalla missione lo "blindano" in casa: «È a rischio» «Trattato come un lebbroso»

Don Antonio Senno in missione
BARBONA (PADOVA) - «Sono arrabbiato. Per la maniera in cui sono stato contattato. E perché mi hanno fatto sentire un lebbroso». Don Antonio Senno, 70 anni, parrocchiano di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BARBONA (PADOVA) - «Sono arrabbiato. Per la maniera in cui sono stato contattato. E perché mi hanno fatto sentire un lebbroso». Don Antonio Senno, 70 anni, parrocchiano di Lusia (Rovigo), missionario saveriano, porta la sua fede, la sua disponibilità, il suo aiuto e il suo lavoro in Sierra Leone dal 1973. Sono più di 40 anni.




Ormai è più il tempo che passa nel tormentato paese africano di quello che trascorre in Italia. «È così», conferma. È tornato lo scorso 1° ottobre. Non ci sono stati problemi, sino a quando, una decina di giorni fa, con sua grande sorpresa non gli è stato gentilmente richiesto, di fatto imposto, di limitare i contatti con altre persone. Di stare in casa, insomma. A monte di tutto, l'allarme - giustificato o meno che sia - per il virus dell'Ebola. Doverosa premessa: il missionario non è malato, non ha alcun problema, non ci sono motivi di allarme o di preoccupazione per la salute pubblica. Si tratta di una misura precauzionale. Che però ha destato disagio e fastidio nel destinatario. In primo luogo per i modi.



«Di fatto sono stato messo all'improvviso quasi ai domiciliari - spiega - o come minimo a domicilio coatto. Mi hanno chiamato dal tribunale. Non so bene chi mi abbia parlato, se un cancelliere o un magistrato. Poi è arrivata l'ordinanza di confino del sindaco. Ora sono a casa di parenti a Barbona». Una situazione che gli appare senza senso. «Dal punto di vista medico - prosegue - non ha davvero alcun significato quello che sta accadendo. Quando sono partito dalla Sierra Leone, sulla strada dell'aeroporto ogni dieci chilometri c'era un posto di blocco al quale venivo sottoposto a tutti i controlli del caso. Mi avranno misurato la febbre una ventina di volte».





Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino