Addio allo storico barbiere di campo San Cassiano: «Dopo 46 anni chiudo, la città si spopola e i giovani non vogliono imparare il mestiere»

Addio allo storico barbiere di campo San Cassiano di Venezia
VENEZIA - Dopo 46 anni di presenza in città, chiude lo storico barbiere di campo San Cassiano. Se pure acconciare barba e capelli sia abitudine quotidiana di signori e...

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VENEZIA - Dopo 46 anni di presenza in città, chiude lo storico barbiere di campo San Cassiano. Se pure acconciare barba e capelli sia abitudine quotidiana di signori e giovani uomini, Giovanni Pulignano, Gianni per gli amici, il 31 dicembre ha chiuso per sempre i battenti. Insieme all'età da pensione, hanno contribuito alla chiusura spopolamento urbano e penuria di nuove leve a cui trasmettere il mestiere e passare il testimone. «Mi rammarica non aver trovato nessuno che volesse prendere le redini dell'attività racconta -. Certo ci sono delle date nella vita da cui non si può prescindere, e questa realtà è qui da più di mezzo secolo, se aggiungiamo anche gli otto anni di gestione precedenti alla mia. Che non ci sia però un seguito, questo mi dispiace. I miei due figli hanno intrapreso strade diverse ma a prescindere da questo, c'è carenza di ragazzi da prendere a bottega. Venezia si sta svuotando letteralmente dall'artigianato, e questo è un peccato mortale».

LA VETRINA

Punto di riferimento dei residenti e turisti di passaggio verso Rialto, nei decenni figaro di personalità di spicco tra le istituzioni della politica e dell'arte veneziana, Giovanni lascia oltretutto spoglia una vetrina che è stata a tutti gli effetti elemento d'arredo cittadino, con chincaglierie sempre diverse nota il barbiere, che al momento espone tra le altre un putto color oro -. Il locale non è centralissimo rispetto a cinquant'anni fa ma si trova in un'area commerciale di strada per il mercato. Alle origini a ogni porta c'era un artigiano mentre ora è demoralizzante scorgere tutto intorno solo magazzini e serrande abbassate. Non c'è più venezianità, ricambio, gioventù. Quando venni aggiunge -, nel campo c'erano almeno sette ragazzini con il pallone, nulla in confronto a oggi». L'affetto dei clienti affezionati non si è però risparmiato, e prima della fine dell'anno sono fioccate le ultime prenotazioni.


Intanto nel cuore di Castello, a due sestieri di distanza ma dove la densità degli abitanti resiste, è iniziata da due settimane l'avventura di Mohamed Brigui, al 1793 di Via Garibaldi. Qui la ricerca di un fondo da trasformare in barber shop è anzi cominciata un paio d'anni fa, quando ancora non c'erano locazioni disponibili nel circondario individuato dal titolare. «Solo dopo che ha chiuso una lavanderia ho trovato dove fare i restauri in questa parte di Venezia in cui non ci sono barbieri spiega Mohamed -. Da nove anni ho aperto al Lido in via Doge Michiel, invece il prossimo anno, se riuscirò, vorrei inaugurare a Murano. Per adesso mi divido tra la mattina nel primo negozio e il pomeriggio nel secondo dove due ragazzi curano l'uomo e una parrucchiera segue la postazione dedicata alla donna». A differenza di San Polo, qui la differente vitalità rionale si riscontra anche nella mole di lavoro. «Hanno già cominciato a venire clienti che prima raggiungevano il Lido appositamente, e si sono fatte avanti nuove conoscenze», nota il barbiere. La targa in legno con la scritta dorata Barbiere da Mohamed campeggia esattamente a metà della via, arricchita dal tradizionale palo con la spirale a strisce bianche, rosse e blu. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino