“La morte si fa bella”: ecco il selfie nella bara. Polemiche sugli organizzatori

Un selfie con la bara
PORTOGRUARO - Avvicinarsi al tema della morte per aprire una riflessione sul senso della vita. È questo l’obiettivo dell’evento ideato da Michela Zorzetto...

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PORTOGRUARO - Avvicinarsi al tema della morte per aprire una riflessione sul senso della vita. È questo l’obiettivo dell’evento ideato da Michela Zorzetto dal titolo “La morte si fa bella”, in programma sabato all’azienda agricola Busellato-Terre dei Casai a Summaga di Portogruaro. L’iniziativa, che avrà inizio alle 16 per concludersi verso le 19, prevede l’esposizione di carri funebri d’epoca, la presentazione del libro di Michele Sist “Dio gioca ai videogame” e la mostra d’arte “Sostanza e spirito” di Simone Artico. Ciliegina sulla torta, la possibilità di farsi fare una foto dentro una bara.

L’INIZIATIVA
«La decisione di organizzare questo evento – spiega Zorzetto – nasce dall’osservazione di un fenomeno, diffuso nei Paesi del Nord Europa e in costante crescita anche in Italia, che vede sempre più persone andare alla ricerca di un approccio diretto verso quelle che sono le strumentazioni funebri. Queste persone sono probabilmente bisognose di risposte sul senso della vita e soprattutto della loro vita in rapporto alla società di oggi, che tende a mettere l’uomo ai margini. Con questo evento vorremmo dare degli strumenti che siano da stimolo ad una riflessione su determinate tematiche».

SCRITTORI E ARTISTI
Anche il libro, dal titolo provocatorio “Dio gioca al videogames”, verte interamente sul senso della vita, su chi siamo e su cosa siamo venuti a fare in questo mondo. «Il libro, che si inserisce nel genere Spiritualità - spiega l’autore Sist -, è frutto di una ricerca personale che mi ha permesso di trovare nelle filosofia orientale delle risposte alle mie domande. Credo che nella società di oggi, con le sue crescenti complessità, i problemi, l’aumento dell’instabilità e dell’insicurezza in ogni campo, diventi fondamentale acquisire quella consapevolezza che può scaturire solo da una vera conoscenza di se stessi». Anche le opere che verranno esposte sono delle arti “figurative-evocative”. «Con la mia mostra – chiarisce Artico – vorrei introdurre il pubblico a fare un percorso attraverso il senso di sacralità dell’uomo, dove evocare la dicotomia materia-spirito, con la consapevolezza che il mito non è meno importante della realtà».

Gli organizzatori hanno già ricevuto molte critiche sull’impostazione dell’evento e soprattutto sulla possibilità di farsi immortalare dentro una bara. «Mi hanno detto che dovevo vergognarmi, ma in fondo – spiega ancora Zorzetto, ex titolare del bar Crema&Caffè di viale Trieste e che ora si occupa dell’organizzazione di eventi - non facciamo del male a nessuno e non manchiamo di rispetto a chi ha fede perché non ci sarà alcun simbolo che rimanda alla religione. Credo che qui a Portogruaro ci sia ancora una mentalità molto bigotta su alcuni temi. La morte è ancora un tabù. Per fare la foto – continua - allestiremo una camera ardente in un angolo della sala e chi vorrà potrà accedervi. Ringrazio tutti i miei collaboratori, dai ragazzi dei carri d’epoca ai collezionista di articoli funebri. Se l’evento dovesse riuscire, potremmo riproporlo in altre realtà».
 

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Il Gazzettino