​Bes, lo storico bar Centrale rischia di chiudere: «Cercasi gestore entro fine maggio, e il prezzo è conveniente»

Bes, lo storico bar Centrale rischia di chiudere: «Cercasi gestore entro fine maggio,e il prezzo è conveniente»
BELLUNO - Il Bar Centrale di Bes cerca gestori in tempi rapidi: a fine maggio infatti se ne andrà l'attuale gestrice per motivi personali e il locale rischia di...

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BELLUNO - Il Bar Centrale di Bes cerca gestori in tempi rapidi: a fine maggio infatti se ne andrà l'attuale gestrice per motivi personali e il locale rischia di chiudere, portandosi via una storia con tradizione centenaria.


LA STORIA
Lo stabile infatti venne acquistato formalmente nel 1922, 100 anni fa, anche se era utilizzato fin dal 1918, è di proprietà del Circolo Operaio sociale di Bes, il cui presidente oggi è Alberto Saronide. Il locale, che ospita anche una sala riunioni, non è il classico bar dove si può prendere il caffè o bere un bianco ed è a disposizione per chi volesse gestirlo per i prossimi quattro anni ad un prezzo davvero conveniente.


LA SOCIALITÀ
«È un vero e proprio centro di ritrovo della zona, se qualcuno deve prendere un'informazione spiega l'ex presidente Redi Filippin - vi si reca ed è certo di trovare qualsiasi risposta». Il Centrale è anche la sede della Bocciofila Dolomite Bes Vittoria assicurazione e luogo di incontro delle squadre di calcio della zona, Bes Sois e via dicendo. Il Circolo è nato come latteria del dopolavoro nel 1918, quando le relazione personali maturavano attraverso la conoscenza e la frequentazione dei posti nevralgici delle frazioni e ha continuato la sua funzione sino ad oggi.


LA TESTIMONIANZA
A spiegare meglio la storia del Circolo operaio sociale di Bes, che conta una settantina di soci, ci pensa Ilde Filippin, che ha anche gestito il bar dal 1992 al 2004 ed è attualmente la segretaria: mostra l'atto notarile di proprietà dello stabile, lo statuto rinnovato negli anni 90 e nel suo ufficio sono racchiusi anni di storia locale. La prima donna a gestire il bar fu Anna, vedova Dall'O, detta Neta. Era una vedova di guerra con tre bambine piccole «allora le cose funzionavano diversamente: chi gestiva aveva la percentuale sugli incassi», fa sapere la signora Ilde. A Neta succedette la figlia Dina, nel frattempo il Circolo stabilì che la gestione veniva concessa sotto forma di affitto d'azienda, arrivò così il turno di Ilde Filippin, che pensò ad ottenere la licenza per i tabacchi, a cui seguì nel 2004 la gestione di Cinzia e Ester, poi di Francesco Rizziato, Carlo Guarnier e infine l'attuale gestrice Isabella Dell'Eva. «Il bar Centrale del Circolo è un punto di riferimento anche ricreativo, sede della Bocciofila e ritrovo dell'Usd Calcio Sois. La gente del posto sa che se ha bisogno di parlare con qualcuno lì trova sempre compagnia, c'è anche una sala riunioni riprende Ilde Filippin e si organizzano gare anche femminili di bocce e partite a briscola». Risponde in pieno allo scopo per cui è stato istituito il Circolo operaio sociale, che nell'articolo 2 dello statuto riporta: «lo scopo è quello di favorire in ogni modo la socializzazione fra i residenti, promuovere il miglioramento delle loro condizioni di vita. Si possono organizzare manifestazioni culturali, sportive e ricreative e di fornire occasioni d'incontro».


LA DESERTIFICAZIONE
I Circoli, pre guerra, a Belluno sono rimasti davvero pochi, se ne contano si è no quattro in tutto: Bes Cirvoi Caleipo e Sopracroda. La storia del circolo si basa sulla struttura di un'associazione di promozione sociale (solitamente a scopo culturale, ludico e ricreativo), che in concreto è un gruppo di persone che, in base a delle regole da loro stabilite e servendosi di una stabile organizzazione (non professionale), decide di perseguire una scopo comune, solitamente a beneficio della collettività. La caratteristica principale dei circoli è che di norma hanno una sede dove gli associati possono ritrovarsi per svolgere le attività comuni. Spesso questa sede è provvista anche di un bar o di un punto ristoro, sempre a favore dei soci. Quello di Bes risulta uno dei più antichi della tradizione del comune di Belluno e affonda le radici quando nel 1922 alcuni residenti decisero di comprare lo stabile proprio allo scopo di renderlo fruibile alla comunità.


 

 

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Il Gazzettino