Da qui partirono chiamate per il Vajont: Lorenzo riapre il bar De Bona, dopo 90 anni e 3 generazioni

A destra Lorenzo De Bona, con il padre Elvezio e la compagna Elena Bortot
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LONGARONE Ora è il turno dei giovani. Ma la storia del “Bar De Bona” di Igne, in comune di Longarone, affonda le proprie radici quasi un secolo fa. E si tratta di una storia che non intende fermarsi dal momento che sabato prossimo nella piccola ma vivace frazione che s’incontra lungo la statale che da Longarone sale verso il Comune di Val di Zoldo, a raccogliere il testimone della guida del locale saranno Lorenzo De Bona – che rappresenta la terza generazione della famiglia De Bona che assume la responsabilità del bar - e la compagna Elena Bortot

LA STORIA
Ecco quindi la storia del bar De Bona di Igne. Ad aprire il locale nel secolo scorso fu Ottorino De Bona: era verso la metà degli anni Trenta e, fra la Prima e la Seconda Guerra mondiale, rilevò il locale e la precedente osteria esistente in paese. Anche in questa prima lunga fase non mancarono lavori di ammodernamento e ristrutturazione degli ambienti e degli arredi per rendere il bar più adeguato ed attraente. Sono gli anni del boom economico ed il bar, insieme agli altri due locali presenti in paese, diventa l’attrazione per molti. È questo anche il periodo del Vajont: nel bar c’è già il telefono ed appena ripristinati i collegamenti esso diventa un punto di riferimento per tanti. Quasi 40 anni dopo – è il 1974 – nel locale comparve la figura di Elvezio, figlio di Ottorino, che sei anni più tardi, nel 1980, ne rilevò la titolarità. Dal piccolo paese di Igne si osservano e si commentano la rinascita e la ricostruzione di Longarone. Con il trascorrere degli anni il bar De Bona è l’unico a rimanere aperto, perché gli altri due, uno dopo l’altro, chiudono. Così tutti quelli che hanno voglia un caffè al bar o di un bicchiere di vino vengono qui. E ad Igne ricordano ancora che vent’anni fa, quando Renzo Martinelli stava girando il film sul Vajont, al bar De Bona entrò l’avventore Leo Gullotta. Il penultimo passaggio di mano è datato 2015: sei anni or sono Elvezio passò la mano alla moglie Antonella.

LA RIAPERTURA


Adesso è arrivato anche il momento del nipote di Ottorino e figlio di Elvezio: è il momento di Lorenzo. Andata in pensione la mamma nello scorso mese di settembre, quest’ultima ha ceduto l’attività al figlio che con Elena continuerà a mantenere aperto il bar del rinnovato locale, punto di incontro della gente del paese. Da qualche mese il bar era chiuso per alcuni interventi di sistemazione. Ora l’appuntamento con «il locale in cui vorrai tornare», come recita la locandina preparata per l’occasione, è per la riapertura di sabato: il bar sarà attivo dalle 7,30 del mattino, mentre il rinfresco di inaugurazione è previsto per le ore 11; dalle 18 in poi musica e Pyta Gyros. 
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Il Gazzettino