È Banksy mania, boom di graffiti fra le calli. L'esperta: «Rischio emulazione»

È Banksy mania, boom di graffiti fra le calli. L'esperta: «Rischio emulazione»
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IL Ancora un nuovo graffito stile Banksy è comparso nei giorni scorsi sui muri della elementare Renier Michiel alla Toletta, nel sestiere di Dorsoduro: un uomo con una bandiera arancione con la scritta We demand to see the horizon! (Chiediamo di vedere l'orizzonte) tiene per mano la figlia che tira con un laccio una nave. Un nuovo messaggio contro le grandi navi, che giunge a un mese dal precedente puzzle di quadri che componeva un transatlantico da crociera (accompagnato da una comparsa), rivendicato da Banksy sul suo profilo Instagram, insieme al murale del bambino col giubbotto salvagente e un razzo segnaletico a San Pantalon.

Ma questo nuovo graffito non ha avuto finora alcuna rivendicazione e sorge il sospetto che possa essere una emulazione. «Per il messaggio e la grafica potrebbe essere dell'artista e writer inglese afferma Paola Bristot, docente di storia dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti -. Banksy potrebbe essere tornato a rilanciare il suo messaggio, visto che le grandi navi continuano a passare per il Bacino San Marco e Canale della Giudecca, nonostante l'incidente della Msc Opera. Il fenomeno delle grandi navi ha sollevato forti proteste. È un graffito anche bello da vedere, il messaggio è molto efficace e neppure mi sembra abbia deturpato la parete della scuola elementare».
Sempre nei giorni scorsi sono apparse altre due opere, in realtà due foto incollate al muro: in zona San Lio un bagnante con pantaloncini a righe e ciabatte nella mano destra ritratto di spalle, mentre avanza. Sulle spalle e le gambe ha delle chiazze nerastre, forse catrame. In calle San Domenico, ai Giardini, una donna in carne in costume due pezzi, anch'essa presa di spalle mentre cammina. Bristot è però critica su questi graffiti. «Prima di questa Biennale d'arte non si erano mai visti graffiti di questa grandezza spiega -. La città per fortuna non si presta a questo tipo d'arte. Non è una periferia dove ci sono meno controlli e i suoi muri non hanno bisogno di abbellimenti. Non mi sembra un processo di emulazione, ma rischia di divenire un fenomeno virale. La riflessione sul tema va bene, ma non deve diventare una caccia all'artista famoso, come i busti di Modigliani per i mitomani. È un fenomeno da deprecare più che fomentare».
LE CRITICHE
I nuovi graffiti non sono stati accolti con entusiasmo dai veneziani, almeno sui social, dove in molti esprimono il timore che questa possa divenire una cattiva abitudine cittadina.

Daniela Ghio
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino