Bandiera veneta vietata allo stadio: Boron ne dona una al questore

Fabrizio Boron, consigliere regionale
VENEZIA - La bandiera della Serenissima vietata, espulsa dagli stadi....

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VENEZIA - La bandiera della Serenissima vietata, espulsa dagli stadi. Scoppia il caso dopo l'intervento di poliziotti negli stadi e in particolare pochi giorni fa allo Stadio Euganeo di Padova, per far ammainare la bandiera più amata in forza di normative difficili da spiegare, se non con una logica di repressione. Lo afferma il consigliere regionale veneto Fabrizio Boron (Lista Zaia Presidente) che ha donato al questore di Padova la bandiera di San Marco. «In questi giorni - scrive Boron sul suo sito Fb - in cui la nostra Regione sta soffrendo, messa a dura prova dall’acqua e dal vento, il gonfalone di San Marco, sventolato negli stadi, è stato ancora una volta un simbolo di vicinanza e solidarietà alle popolazioni più colpite, un modo per ribadire l’appartenenza alla stessa cultura e allo stesso Popolo. È con questo spirito che, dopo le polemiche dei giorni scorsi per le bandiere rimosse dagli spalti dello stadio Euganeo di Padova, dono al Questore di Padova dott. Paolo Fassari una bandiera veneta: un auspicio che il leone dell’Evangelista possa essere per lui, come per i Dogi e gli amministratori del passato, fonte di ispirazione e guida luminosa nelle difficoltà». Con queste parole Fabrizio Boron, consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente e presidente della Quinta commissione consiliare permanente, rende noto di aver inviato in dono al questore di Padova una bandiera della Regione del Veneto. «Il gonfalone – continua Boron – come già detto non è un simbolo politico, né tantomeno uno stendardo “venetista”: è la storia stessa del nostro Popolo. Una storia lunga come nessuno, una storia fatta di persone come Marco Polo, il navigatore Antonio Pigafetta o Elena Cornaro, la prima donna a potersi laureare. E’ nel sangue di noi Veneti al punto che tantissimi cittadini oggi espongono nelle proprie case questa bandiera, non certo per ledere l’ordine pubblico, ma per annunciare l’orgoglio delle proprie radici. I tifosi del Padova sono stati i primi a reagire a un atto assolutamente incomprensibile. Di recente abbiamo visto i tifosi del Vicenza domenica 17 riempire gli spalti dello stadio Menti con questi vessilli per ribadire questo: tutti i Veneti sono cittadini della stessa casa e, in quanto tali, sono fieri di ribadire il proprio senso di appartenenza. Per questo motivo aver costretto i tifosi biancoscudati a rimuovere le bandiere ha creato un tale dispiacere. Spero che, con questo mio gesto, il questore possa comprendere al meglio lo spirito che muove tutti i Veneti».
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Il Gazzettino