Pordenone. Bandiera di Israele strappata dal Municipio, individuati tutti i responsabili: sono egiziani e minorenni, cosa rischiano

La scalata al Municipio per strappare la bandiera di Israele
PORDENONE - Il lavoro non è stato facile, anche considerando il contesto di pressione e clamore dell’opinione pubblica in un momento delicato a livello...

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PORDENONE - Il lavoro non è stato facile, anche considerando il contesto di pressione e clamore dell’opinione pubblica in un momento delicato a livello internazionale. Ma il cerchio è stato chiuso.


La Questura di Pordenone ha individuato tutti e sei i responsabili dello strappo e successivamente del tentato rogo della bandiera di Israele che era stata posizionata in cima alla loggia del Municipio. Mancavano quattro persone all’appello, che non erano state rintracciate nelle ore immediatamente successive ai fatti. Ma adesso anche il resto della “banda” ha nomi e cognomi. Le conseguenze? Vista la minore età sarà difficile arrivare ai provvedimenti esemplari auspicati da parte della politica. 


LE INDAGINI


Telecamere, testimonianze, occhi attenti. Per arrivare a dare un nome e un volto anche agli altri quattro componenti del gruppo che a fine novembre ha preso di mira il Municipio e la bandiera di Israele gli uomini guidati dal questore Luca Carocci hanno usato tutti gli strumenti a disposizione. Fino alla chiusura del cerchio. 
I primi due soggetti individuati erano 17enni affidati a una cooperativa a Pasiano e Brugnera. Gli altri quattro hanno all’incirca la stessa età dei “compagni” e si tratta in tutti e sei i casi di cittadini di nazionalità egiziana che si trovano in provincia di Pordenone per motivi connessi alla macchina dell’accoglienza dei minori stranieri. 
Il questore Carocci, come confermato alcune settimane fa, continua a ritenere connessi alcuni casi simili: lo strappo della bandiera di Israele in Municipio, le scritte islamiche comparse sul campanile di San Odorico a Sacile e la vernice rossa gettata contro la bandiera di Israele proiettata sulla parete di palazzo Klefish, di nuovo a Pordenone. Il prosieguo delle indagini si concentrerà su questo aspetto, sul legame tra i tre episodi. 


LE CONSEGUENZE


La Questura, a capo dell’indagine, sta valutando se applicare strumenti preventivi quali l’ammonimento o l’avviso orale. Non si potrà parlare di revoca o sospensione del permesso di soggiorno, dal momento che un provvedimento del genere potrebbe essere preso solamente al compimento del diciottesimo anno di vita dei componenti del gruppo che ha strappato la bandiera di Israele. Le cose potrebbero cambiare solamente se venisse provato il legame tra i tre episodi già citati in precedenza. 

Ad intervenire sulla scia di messaggi d’odio fatti recapitare al territorio da un gruppo di giovani di religione musulmana era stato anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. «Seguo con la massima attenzione quanto sta accadendo a Pordenone - ha detto il rappresentante del governo Meloni e unico ministro del Friuli Venezia Giulia -. Non dobbiamo assolutamente sottovalutare il susseguirsi di atti vandalici che sembrano avere connotazioni di carattere politico legate a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza e al terribile attacco di Hamas ad Israele. Condivido le preoccupazioni del questore Carrocci e assicuro la massima collaborazione». 

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Il Gazzettino