Cento furti in case e auto, banda di nomadi scoperta grazie alla denuncia di una donna sfuggita alle botte di compagno e suoceri

La banda dei 100 furti e nelle auto. Scoperti grazie alla denuncia di una donna: «Picchiata da compagno e suoceri»
 Sgominata dai Carabinieri una banda responsabile di oltre 100 furti in case tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia Romagna: otto gli arresti e 15 le...

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 Sgominata dai Carabinieri una banda responsabile di oltre 100 furti in case tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia Romagna: otto gli arresti e 15 le perquisizioni, indagati anche minorenni.


Il blitz, coordinato dalla procura di Venezia, è scattato all'alba nelle province di Venezia, Verona, Piacenza e Rovigo da oltre 100 militari delle rispettive città con il supporto del 4/o Battaglione Veneto, del 14/o Nucleo Elicotteri di Belluno e del Nucleo Cinofili di Torreglia (Padova).

L'indagine, svolta dai Carabinieri di Venezia tra settembre 2018 e ottobre 2019, ha portato ad accertare la responsabilità degli indagati in furti in abitazione e su automezzi in sosta, specie nei pressi di supermercati e cimiteri per un bottino complessivo di oltre mezzo milione di euro. L'Arma ha scoperto anche che con le carte di pagamento rubate sono stati prelevati oltre 50 mila euro. L'inchiesta è partita dalla denuncia della convivente di un indagato, ora in un centro antiviolenza in sede protetta, vittima di pestaggi del suo compagno e dei suoi suoceri, anche mentre la stessa versava in stato di gravidanza.

LE ACCUSE
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, furto aggravato, ricettazione, indebito utilizzo di carte di pagamento, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e acquisto e vendita di arma con munizionamento. Tra le persone sottoposte a perquisizioni ci sono 4 minorenni.

LA COMUNITA' SINTI
L'indagine è iniziata focalizzando l'attenzione su una comunità sinti dislocata tra Cavarzere (Venezia), Mestre (Venezia) e Verona, scoprendo che alcuni di essi erano al centro delle razzie. Inoltre i carabinieri sono risaliti al canale di ricettazione del materiale rubato individuando un marocchino, residente a Noventa Padovana (Padova), il quale spediva la refurtiva in patria. È stato inoltre appurato l'acquisto, da parte di uno degli indagati, di una pistola semiautomatica e proiettili.

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Il Gazzettino