Predoni dei Tir: presi dopo un anno i capi della banda dell'Est Europa

Predoni dei Tir: presi dopo un anno i capi della banda dell'Est Europa
MESTRE - Avevano sedato il camionista fermo in una piazzola di sosta, avevano costruito un ponte artificiale per trasportare il carico all'interno di un furgone e se ne erano...

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MESTRE - Avevano sedato il camionista fermo in una piazzola di sosta, avevano costruito un ponte artificiale per trasportare il carico all'interno di un furgone e se ne erano andati con un bottino di abbigliamento sportivo da 75mila euro. C'è voluto un anno, ma alla fine la polizia stradale di Venezia è riuscita a rintracciare entrambi i capi della banda: si tratta di specialisti dell'Est Europa. Il primo era stato arrestato a novembre a Pavia, il secondo è stato preso due settimane fa, il 16 aprile, dalla polizia tedesca ad Altenberg in Germania. La procura di Treviso, infatti, aveva emanato un mandato di arresto europeo nei suoi confronti.


IL COLPO
Il caso risale alla notte tra il 13 e il 14 aprile del 2022. La vittima del furto è un camionista partito da Pavia con un carico di 16 pallet di abbigliamento sportivo: scarpe, tute, tshirt. Nel tragitto tenta due volte di fermarsi per passare la notte: prima nell'area di servizio di Limenella, poi in quella di Arino. Niente da fare: non c'è posto. A quel punto decide di fermarsi in una piazzola di sosta a Mogliano. Al mattino però si risveglia con una forte emicrania, il telone del camion squarciato e senza carico. Questo il punto di partenza per le indagini della polizia stradale veneziana. La squadra investigativa inizia a passare in rassegna le immagini delle telecamere e le targhe dei veicoli passati in quel tratto quella notte finché non riesce a individuare un'auto. Quella stessa auto che aveva seguito il camion da Pavia fino a Mogliano.


LA RICOSTRUZIONE
Il quadro è quello di una banda di specialisti. Secondo gli investigatori veneziani questo gruppo non era certo al primo colpo (ci sarebbe, per esempio, una seconda indagine sugli stessi personaggi da parte dei carabinieri di Brescia). Sei le persone individuate, tra pedinatori, organizzatori, addetti alle operazioni, civette. Secondo la ricostruzione della stradale, dunque, la banda avrebbe individuato a Pavia il camion da colpire in base a un criterio primario: il telone. In partenza, avrebbero effettuato un primo buco sul lato destro per vedere quale fosse il carico e se il gioco valesse la proverbiale candela, poi avrebbero messo in atto il loro piano. Avrebbero atteso che il camionista dormisse per poi (forse) sedarlo con cloroformio o un qualche altro tipo di anestetico (questo spiegherebbe anche il forte mal di testa). A quel punto, con un ponte artificiale (abbandonato nelle vicinanze della piazzola), avrebbero fatto scorrere i pallet dentro al furgone. Poi, la fuga.


I PRECEDENTI


Quello dei colpi ai camion è una branca criminale molto in voga in autostrada. Le bande a volte pedinano i mezzi di loro interesse, altre invece si avvalgono addirittura di localizzatori gps. La polizia stradale di Venezia, nel 2016, aveva smascherato con l'operazione Maranged un gruppo di trasfertisti pugliesi che aveva svuotato almeno cinque tir per un bottino complessivo di 300mila euro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino