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La “banda della ruspe” affronterà il processo. La Procura ha respinto l’istanza di patteggiamento proposta dalla difesa - avvocati Nicola Rago e Enrico Mariani - nel caso fosse stata riconosciuta l’ipotesi di furto aggravato. Il sostituto procuratore Federico Baldo non ha inteso “addolcire” il capo di imputazione. Ha confermato il furto in abitazione e il gup Rodolfo Piccin ieri ha rinviato a giudizio Maricel Borsan, 26 anni, Marius Sociu, 22 e Iulian Gicu Dobre, 24, tutti e tre romeni. Oltre ai raid nelle case, puntavano alle ruspe lasciate nei cantieri, che usavano per sradicare le colonnine dei self service dei distributori di benzina e impadronirsi dell’incasso. Un anno fa, la notte tra il 25 e 26 marzo, la loro auto fu intercettata dai carabinieri di Gorizia. L’Arma ingaggiò un inseguimento, costrinse la banda ad abbanconare la macchina e a scappare a piedi verso l’Isonzo: è tentando di attraversare il fiume che Stanica Broasca (27 anni) morì annegato.
LA BANDA
Il gruppo arrivava in Italia dalla Slovenia, attraverso i valichi di Nova Gorica.
IL RITORNO
Fecero un pausa di circa due settimane e la sera del 7 marzo tornarono a colpire. A Gradisca di Isonzo rubarono un veicolo, raggiunsero San Vito al Tagliamento che ormai era passata la mezzanotte e rubarono una pala meccanica New Holland, poi usata per il colpo al Q8. Al 25 marzo risale un’ulteriore incursione. Dopo due furti a Manzano e a Martignacco, dove rubarono una pala meccanica Jbc e sradicarono la colonnina self service del distriburore Conad, inseguiti dai carabinieri di Udine scapparono verso il Tagliamento. Oltrepassato il ponte ad aspettarli c’era il Radiomobile di Spilimbergo. A fari spenti scaricarono contro la gazzella dell’Arma il contenuto di alcuni estintori del peso di 9 chilogrammi, così da creare una cortina fumogena, poi li lanciarono contro la macchina per impedire che proseguisse. Raggiunsero Arba e colpirono nell’unica stazione di servizio del paese rubando sigarette, cartine e soldi. La fuga verso il Goriziano finì con l’arresto di Borsa e la morte di Broasca. I tre erano stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Pordenone, accompagnata da un mandato di arresto europeo che aveva permesso di rintracciare Sociu e Dobre in Romania.
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Il Gazzettino