MESTRE - Le denunce, in caserma, arrivavano anche a cinque giorni di distanza dal momento del colpo. Non per vergogna, in questo caso, ma perché le vittime, quasi sempre...
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GLI ALBERGHI Le bande operavano, solitamente, in batterie di dieci persone. Tre, quattro auto a spedizione, intercambiabili, per confondere eventuali inseguitori. In una giornata erano in grado di accumulare tre o quattro furti, a distanza di chilometri di distanza. Poi, i ladri si nascondevano in B&b o piccoli alberghi. Mentre le donne avevano il compito di mettere a segno il furto, gli uomini dovevano guidare e prenotare le stanze, fornire i documenti e pagare. Lo facevano soprattutto quando si sentivano pedinati dai carabinieri: cercavano zone di campagna, distanti dai centri, per cercare di passare inosservati. Proprio però i registri di quegli alberghi e b&b si sono rivelati fondamentali per risalire agli indagati.
Quei dieci giovani, si è scoperto, appartengono a clan differenti di quella zona della Romania. Clan rom, che di stanziale avevano solo quelle ville enormi in stile Casamonica.
VITTIME E BOTTINO Le vittime erano sempre anziani. Se indossavano gioielli erano soli diventavano automaticamente un bersaglio. Che fine facevano i gioielli rubati? Secondo gli investigatori, venivano portati in Turchia, dove entravano in un giro di ricettazione che garantiva vendite facili e veloci. «Sarà proprio su questo che ci concentreremo nella prossima fase dell'inchiesta - spiega il maggiore Emanuele Leuzzi, comandante del nucleo investigativo lagunare - recuperare la refurtiva non sarà facile, ma ci proveremo». Un'operazione mastodontica, come sottolinea anche il funzionario dell'Europol e maggiore della gendarmerie francese Pascal Lhotellier, ieri presente alla conferenza stampa dei carabinieri nella caserma di via Miranese: «Si tratta del sequestro di auto più enorme della storia legato a questa tipologia di reati, come Europol siamo orgogliosi di aver potuto contribuire a un risultato simile». Soddisfatto anche il comandante provinciale Claudio Lunardo: «La loro ricerca del più debole è da vigliacchi, da Caino. Non devono più tornare in Italia, per questo motivo chiederemo al ministero dell'interno un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale italiano per motivi di ordine pubblico e sicurezza». Anche la prevenzione dovrà avere un ruolo fondamentale: in molti casi, in effetti, la leggerezza di certi atteggiamenti ha agevolato l'opera dei criminali. «Ci sono delle accortezze che è bene seguire per evitare di finire nel mirino di banditi di questo genere - aggiunge il tenente colonnello Emanuele Spiller, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Venezia - la più semplice è di lasciare a casa gioielli almeno quando si esce da soli».
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Il Gazzettino