Banchi con le rotelle, Arcuri accusa e “minaccia” la preside veneziana: «Aveva dato il nulla osta»

I banchi a rotelle mandati al macero dal liceo scientifico Benedetti di Venezia
VENEZIA  - Il dato certo è che i banchi con le rotelle destinati al liceo Benedetti Tommaseo di Venezia sono finiti in discarica: inutilizzati, accatastati per mesi in...

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VENEZIA  - Il dato certo è che i banchi con le rotelle destinati al liceo Benedetti Tommaseo di Venezia sono finiti in discarica: inutilizzati, accatastati per mesi in biblioteca col rischio di provocare un incendio trattandosi di materiale infiammabile, a un certo punto la dirigente dell’istituto superiore ha deciso di buttarli: «Noi non li avevamo mai chiesti», ha detto Stefania Nociti. Ma l’ex Struttura commissariale per l’emergenza guidata da Domenico Arcuri, peraltro non escludendo carte bollate «a tutela del proprio operato», ieri ha smentito la preside: «La dirigente ha firmato il “certificato di regolare fornitura e verbale di collaudo”», ergo - è l’assunto - se ha firmato vuol dire che i banchi le andavano bene. «Ho firmato perché gli operai aspettavano di essere pagati come mi è stato scritto in una email, se non l’avessi fatto la ditta non avrebbe avuto un soldo», la replica della dirigente.


Più che ingarbugliata è una storia paradossale, con pezzi dello Stato che si accusano e si contrastano, mentre nell’opinione pubblica è montata l’indignazione per un acquisto che si è verificato un spreco. Tutto questo mentre l’ex ministro Lucia Azzolina ha scaricato le responsabilità sui presidi. Della risposta del Benedetti si sa: «La nostra scuola non ha mai acquistato niente, chiedevamo 60 sedie con la ribaltina e 320 banchi tradizionali che non sono mai stati consegnati».


L’ACCUSA
Ieri la smentita dell’ex Struttura commissariale. Questa la nota diffusa dall’ufficio stampa: «Il 13 agosto 2020 il ministero dell’Istruzione ha formalmente inviato alla struttura i fabbisogni manifestati dalle scuole italiane, il “Benedetti Tommaseo” ha allora manifestato l’esigenza di sole 40 (e non 60) sedute di tipo innovativo e di nessun’altra tipologia di banchi. Sedute queste che la dottoressa Nociti definisce “sedute con ribaltina”. Le 40 sedute di tipo innovativo, o con ribaltina, sono state consegnate a novembre 2020 e regolarmente accettate dall’Istituto come dimostra il successivo Certificato di Regolare Fornitura e Verbale di Collaudo firmato dalla dottoressa Stefania Nociti. Firmando il Certificato di Regolare Fornitura e Verbale di Collaudo, la stessa ha dichiarato che le sedute corrispondevano qualitativamente e quantitativamente a quanto ordinato e che a seguito di verifica ha potuto constatare la qualità e la piena efficienza delle sedute stesse, la rispondenza allo scopo a cui dovevano essere adibite e l’assenza di difetti o vizi che ne potevano pregiudicare l’impiego. Firmando tale certificato, infine, la dirigente ha dato il nulla osta alla Struttura commissariale per il pagamento della fattura al fornitore. Ovviamente la ex Struttura commissariale si riserva di porre in essere ogni azione in ogni sede a tutela del proprio operato».


LA REPLICA


Il Certificato di Regolare Fornitura e Verbale di Collaudo effettivamente porta la firma della dirigente del Benedetti Tommaseo con data 14 aprile 2021. Testuale: “Visto che la ditta ha provveduto alla consegna del materiale”, “Visto che il materiale consegnato corrisponde a quanto indicato in ordine”, “Considerato che lo stesso materiale corrisponde qualitativamente e quantitativamente a quanto richiesto”, “Constatata la qualità e la piena efficienza del materiale”, il documento attesta “la regolarità della fornitura e l’avvenuto collaudo”. Ma se la merce non andava bene perché la preside ha firmato? «Perché altrimenti la ditta non sarebbe stata pagata, è tutto documentato, ho la mail in cui me lo dicevano, mica è colpa degli operai - dice Nociti -. Successivamente ho provato a chiamare l’azienda ma il numero risultava non più attivo, ma ho le carte». E davvero non andavano bene quei banchi con le rotelle? «Troppi grandi per le nostre aule, i ragazzi ci facevano l’autoscontro, non era quello che avevamo chiesto». Tra parentesi: la biblioteca del liceo veneziano è tuttora piena di pacchi di mascherine, «quelle che puzzano e nessuno viole». «Ho mandato 6 Pec alla struttura commissariale, invano». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino