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VENEZIA - Un po' il ritorno alla didattica a distanza nell'autunno 2020, con l'Italia che in preda alla seconda ondata aveva rievocato le restrizioni della primavera; un po' - adesso - la cancellazione dell'obbligo di un metro di distanza tra gli studenti all'interno delle aule.
E così i banchi con le rotelle della ministra Lucia Azzolina (una locuzione ormai quasi da scrivere tutta attaccata, come fosse un'unica parola) sono diventati del tutto inutili. Anzi, forse peggio di inutili se una scuola come il Benedetti non solo decide di non usarli mai un solo minuto per i propri studenti ma - dopo aver sondato organizzazioni e associazioni per la donazione, venendo respinta ogni volta - decide di buttarli al macero insieme a centinaia e centinaia di lotti di mascherine che puzzano di petrolio, inutilizzabili, rimasti impacchettati come sono stati consegnati. Era possibile tenerli, dal momento che erano stati comprati con soldi della scuola? Sì, ma dalla scuola e dalla sua dirigente, Stefania Nociti, non è arrivata nessuna risposta alla domanda. Questo mentre a farsi avanti è la Municipalità di Venezia, Murano, Burano che si offre di recuperare i banchi e riutilizzarli.
AGOSTO 2020
Come gran parte delle scuole di tutta Italia alla vigilia della ripresa della scuola in presenza, nel settembre 2020, alcune settimane prima anche il liceo scientifico Benedetti, in fondamenta Santa Giustina, aveva ordinato una fornitura.
Trasportati da un'imbarcazione del tutto identica a quella che li ha accompagnati alla discarica, erano arrivate 40 sedute innovative - il nome ufficiale - oltre ad altri banchi singoli tradizionali: nell'ordine c'erano anche forniture di gel e mascherine.
MAI USATI IN CLASSE
L'obiettivo finale era comunque quello di sfruttarli per portare in classe più ragazzi e servirsi meno della Dad. Ma i banchi con le rotelle, dopo una veloce prova, non erano stati messi a disposizione degli iscritti al Benedetti: erano stati in gran parte stipati in un magazzino mentre gli unici in funzione erano stati messi in spazi comuni in vista di un migliore utilizzo.
LA SCELTA
Poi il nuovo ricorso alla didattica a distanza tra la fine 2020 e l'inizio del 2021 e la scelta di abolire per quest'anno scolastico il distanziamento in classe, ha portato all'accantonamento totale di quello che doveva essere non solo il simbolo della ripresa ma anche il primo passo della scuola italiana nel futuro.
Mescolati i fattori, la dirigenza scolastica dopo aver cercato di piazzare inutilmente i banchi (cosa invece riuscita con i gel, anche quelli contestati) ha chiamato una ditta di trasporti e li ha indirizzati direttamente alla distruzione.
L'APPELLO
Nella tarda mattina di ieri la Municipalità di Venezia, Murano e Burano è scesa in campo provando a riciclare un oggetto per cui sono stati spesi dei soldi.
«Quei banchi - spiega la Municipalità presieduta da Marco Borghi - nascono dalla volontà di alcuni di trovare delle soluzioni, nel momento più nero della pandemia. Qualcuno frettolosamente le ha cercate, improvvisando, alle volte, dei rimedi non sempre efficaci. Non è stato facile, in assenza di precedenti, capire che cosa fosse meglio fare per permettere agli studenti di ritornare a scuola in sicurezza. Molti banchi, alla fine, sono stati acquistati e ora non servono più».
Per poi passare alla proposta: «Ci chiediamo se sia possibile riciclarli e fare in modo che vadano ad arredare, ad esempio, sedi di associazioni che ne siano sguarnite - continuano - Come Municipalità di Venezia, Murano, Burano ci rendiamo disponibili come mediatori tra le scuole che li vogliano scartare e alcune associazioni o gruppi di altro genere che ne abbiano necessità».
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Il Gazzettino